La Vie d’Adèle
A proposito di La vie d’Adèle, bisogna subito sgomberare il campo dagli equivoci: l’iniziazione all’amore saffico della liceale Adèle, con tutto il codazzo di delusioni, tradimenti, separazioni e quant’altro, è quanto di più banale si possa immaginare. Questo, tuttavia, non significa affatto che sia un brutto film. Portare la banalità sullo schermo è un’impresa tutt’altro che facile, e in effetti bisogna riconoscere che Kechiche riesce spesso a fare di essa più una chance che una palla al piede.
Liquidata ogni ipotesi narrativa in un’assoluta prevedibilità, Kechiche si concentra sul qui ed ora: il suo stile usuale, fondato sull’addizione di dettaglio a dettaglio, di primo piano a primo piano, fino a scavare nel racconto “bolle” in cui il tempo pare non esserci, per mezzo di una macchina da presa che gioca abilmente su una specie di frammentario ipernaturalismo, funziona in questo caso abbastanza bene. Funziona soprattutto per le scene di sesso, soggetto per eccellenza difficile da filmare e qui egregiamente trattato. Funziona anche, in una certa misura, per la resa recitativa delle due attrici protagoniste, molto brave, e pronte a fornire, più ancora che l’espressività, tutta l’opacità di cui ha bisogno il partito preso dell’esteriorissima regia di Kechiche – specie nel caso di Adèle, della quale andava colta meno la progressiva maturazione che lo spaesamento continuo davanti ad essa.
Basta, tutto questo, per fare di La vie d’Adèle una prova da ricordare? Probabilmente no. Tuttavia, bisogna riconoscere una certa piacevolezza al risultato, che ha molto di televisivo nel senso migliore del termine, nella misura in cui Kechiche, col suo abile accarezzare la superficie, costruisce una temporalità assolutamente orizzontale, piana, in cui quello che sta per avvenire non ha mai nulla di sorprendente ma è dolcemente liscio, fluido. La televisione al condizionale, come ci è dato solo sognarla, per così dire.
(La vie d’Adèle) Regia: Abdellatif Kechiche; sceneggiatura: Abdellatif Kechiche, Ghalia Lacroix, Julie Maroh (fumetto); scenografia: Julia Lemaire; interpreti: Adèle Exarchopoulos (Adèle), Léa Seydoux (Emma), Jeremie Laheurte (Thomas), Catherine Salée (madre); produzione: Quat’sous Films, Wild Bunch ; distribuzione: Lucky Red; origine: Francia; durata: 187’.