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La vita segreta delle api

Pubblicato il 17 aprile 2009 da Nicola Lazzerotti


La vita segreta delle api

Già il titolo, con il suo tono un po’ documentaristico e un po’ romantico, rimanda a qualcosa di lontano nella memoria della storia americana: il tempo della dichiarazione dei diritti umani e delle lotte sociali.

In questo momento storico si svolge l’avventura della quattordicenne Lily Owens (Dakota Fanning), ragazza inquieta e con un doloroso passato alla spalle. Con un padre violento e disinteressato, la ragazza intraprende un viaggio negli Stati del sud, ripercorrendo lo stesso itinerario affrontato dalla madre, morta in un incidente causato involontariamente proprio da Lily, anni prima. Un viaggio che è quindi una ricerca e una scoperta della propria madre e quindi della propria identità.

Il viaggio come elemento per scoprire se stessi è l’archetipo irrinunciabile del genere on the road. E, anche se in questo caso il viaggio si riduce, in termini spaziali, solo nella scoperta di una nuova cittadina, la sua carica "esperenziale" rimane, sia pure ad un livello strettamente metaforico, centrale ed importante. E’ tramite il viaggio, infatti, che la protagonista può scoprire nuove verità e a nuovi modi di "intendere" il mondo che la circonda.
Immersa nella realtà delle pianure di grano del sud, dove i colori caldi circondano i protagonisti della vicenda, la pellicola vive della descrizione del rapporto tra i personaggi e lo sfondo rurale. Un’ambientazione dove tutto appare stabile, fitto di strade deserte e case isolate e congelato in un ferreo immobilismo. Il paesaggio diviene cos’, ben presto, un correlativo efficace della storia dell’Uomo i cui cambiamenti non sono mai radicali o improvvisi, ma sempre inesorabilmente lentissimi. Così come le api, ennesimo simbolo di un amore complicato fatto di passione, applicazione e dedizione come l’amore per la libertà.
Il cast, tutto praticamente declinato al femminile, riporta in auge, attraverso una retorica un po’ didascalica della solidarietà e della fratellanza, un discorso sulla fratellanza e la reciproca comprensione che non vedevamo al cinema da tempo. Una retorica di stampo forse un po’ buonista dove il razzismo è contrapposto ad un amore e una devozione totale alla vita e alla natura e soprattutto dove l’emancipazione razziale passa attraverso l’indipendenza economica.
Stupefacente è la recitazione della Fanning, molto più, ormai, che una semplice ragazza prodigio, capace, da sola, di dare alla pellicola un valore aggiunto se non l’unico vero motivo per cui film dovrebbe essere visto. Per il resto la narrazione piatta e la regia poco più che canonica regalano ben poco all’opera, da sottolineare, inoltre, la presenza della cantante Alicia Keys, sempre più avviata ad una mediocre carriera da attrice.


CAST & CREDITS

(The Secret Life of Bees); Regia: Gina Prince-Bythewood; sceneggiatura: Gina Prince-Bythewood tratto dal romanzo omonimo di Sue Monk Kidd; fotografia: Rogier Stoffers; montaggio: Terilyn A. Shropshire; musica: Mark Isham; interpreti: Dakota Fanning (Lily Owens), Queen Latifah (August Boatwright), Paul Bettany (T. Ray Owens), Alicia Keys (June Boatwright); produzione: Fox Searchlight Pictures, Overbrook Entertainment, Donners’ Company; distribuzione: Twentieth Century Fox Italia; origine: U.S.A., 2008; durata: 110’


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