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Lars e una ragazza tutta sua

Pubblicato il 3 gennaio 2008 da Salvatore Salviano Miceli


Lars e una ragazza tutta sua

Quando il cinema decide di operare una riflessione su se stesso, sulla sua capacità di elevare la finzione a realtà (in fondo è questa la magia che si ripete ad ogni spettacolo), di spogliare il paradossale della sua carica eversiva, e quando a farlo è un regista capace (Craig Gillespie), privo di sovrastrutture concettuali e visive, difficilmente il risultato delude.
Lars and the Real Girl può essere letto in tanti modi; è una storia di solitudine, una storia d’amore, di solidarietà tra gli abitanti di una piccola comunità, è una commedia degli equivoci ma forse è soprattutto un leggero e divertente sguardo sul e nel cinema.
La bambola di Lars che diviene agli occhi di tutti una persona effettiva, membro reale della comunità, rimanda in fondo alla metafora del continuo scambio di ruoli tra vero ed irreale, tra senso e nonsenso, della ontologica natura di un mezzo (il cinema) che frappone nel continuum del reale una porzione di immaginifico in cui l’assurdo può diventare possibile. E tramite i lunghi e gustosi sorrisi che la pellicola regala, forse è celato un intento più profondo e serio, quello di analizzare con un discorso intimo e personale la materia del cinema e del suo sguardo.
La storia promette una commedia divertente ed il risultato non si discosta dalle premesse. Lars, timido ed impacciato abitante di un piccolo paese, rifugge qualsiasi affettività, incapace di godere del contatto fisico e di aprirsi alla sfera sentimentale. Decide così di crearsi la propria ragazza ideale, ordinando su un sito porno una bambola di dimensioni umane che di lui diventerà amica, confidente, alter ego, ma soprattutto tramite verso gli altri. Bianca, questo il nome della bambola, diverrà protagonista della vita del paese. Farà volontariato, presiederà assemblee cittadine, occuperà il complesso ruolo di confidente ideale.
L’abbondanza di situazioni paradossali è affrontata dal regista con una leggerezza di toni e rappresentazione disarmante. Gillespie non opera alcuna forzatura nei confronti di una sceneggiatura assai ben scritta, lineare ed equilibrata, svicolando da un eccessivo buonismo e senza appesantirsi di didascaliche retoriche, tanto da spingere verso una naturale commozione.
Gli interpreti risultano perfetti, in grado di raccogliere le caratteristiche basilari del proprio personaggio e poi di dargli vita. Ryan Gosling è smarrito e coinvolgente allo stesso tempo. Si cala in pieno nelle atmosfere surreali della pellicola, alternando sguardi sognanti a momenti più intimi e carichi di emotività (è forse un parallelismo un po’ azzardato ma viene in mente il Jim Carrey di The Truman Show). Come detto, è questa una considerazione da estendere a tutto il cast, Emily Mortimer e Patricia Clarkson in testa.
La scelta, più volte ricordata da Gillespie, di aspettare la neve per iniziare le riprese risulta vincente, donando al film quel senso di sospensione temporale che lo riconduce alla dimensione fiabesca. Così l’ampiezza del paesaggio rafforza il senso di solitudine del protagonista e la sua ricerca (altra possibile chiave di lettura) di una “speciale” normalità.


CAST & CREDITS

(Lars and the Real Girl); Regia: Craig Gillespie; sceneggiatura: Nancy Oliver; fotografia: Adam Kimmel; montaggio: Tatiana S. Riegel; interpreti: Ryan Gosling (Lars Lindstrom), Emily Mortimer (Karin), Paul Schneider (Gus), R.D. Reid (il reverendo/reverend Bock), Kelli Garner (Margo), Nancy Beatty (Mrs Gruner), Doug Lennox (Mr Hofstedtler), Joe Bostick (Mr Shaw), Liz Gordon (Mrs Schindler), Nicky Guadagni (Mr Petersen), Patricia Clarkson (Dr Berman), Karen Robinson (Cindy); produzione: Sidney Kimmel Entertainment; distribuzione: DNC Entertainment; origine: USA, 2007; durata: 106’


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