Lasciami entrare
Sullo schermo un cielo notturno. Copiosi fiocchi di neve cadono sui tetti di un algido paesino svedese. La m.d.p. viene attratta dalla finestra di un appartamento dove un bambino biondissimo e molto pallido, poggia una mano sul riflesso della stessa, quasi a voler stringere amicizia con la propria immagine. Improvvisamente il suo sguardo viene rapito da uno strano individuo in mezzo alla strada che sta trasportando qualcosa di grande ed indefinito. L’uomo entra nel palazzo e sistema delle travi di legno sulle finestre dell’appartamento adiacente quello del ragazzo.
Poche immagini e già intuiamo che il quarantatreenne regista svedese vuole costruire un film d’atmosfera, cupo e allo stesso tempo romantico. Film che, grazie ad inquadrature seducenti e lunghi, ipnotici silenzi, affascina, convince ed in alcuni tratti commuove. Una storia d’amore/amicizia tra due dodicenni, Oskar e Eli, due emarginati per i quali l’esistenza ha riservato solitudine e tristezza. Oskar è continuamente vessato dai propri compagni di scuola e controllato da una madre eccessivamente apprensiva e severa. I suoi genitori sono separati ed il padre, raramente ha tempo da trascorrere insieme a lui. Eli invece è una vampira bloccata all’interno di un corpo da bambina, costretta a nutrirsi di sangue da una fame vorace ed insaziabile. Un destino terribile che la costringe a vivere di notte e a non avere amici. Tra i due inizia un’amicizia bellissima che li porterà verso un finale poetico e allo stesso tempo malinconico.
Il film funziona in ogni sua parte, appassiona, diverte e sotto “l’innocuo” aspetto di una fiaba gotica, nasconde un messaggio ricco di poesia ed estrema dolcezza, ovvero la necessità in questa vita di trovare qualcuno con cui condividere i propri sogni, le ansie e le paure di tutti i giorni. Il gelo dell’anima del povero Oskar, alla semplice ricerca di un amico, e del sangue privo di vita che scorre nelle vene di Eli, bucano lo schermo e arrivano diritti al cuore di chi osserva. La neve, il ghiaccio ed il buio della piccola periferia di Stoccolma, dove si svolge la vicenda, sembrano essere la rappresentazione degli stati d’animo dei due protagonisti, che riescono a trovare comprensione solamente quando lo sguardo di uno cade negli occhi dell’altra. I bellissimi primi piani dei due bambini alternati a campi lunghi e lunghissimi in cui la neve assurge al ruolo di protagonista assoluta, dipingono con estrema chiarezza le atmosfere che Tomas Alfredson vuole evocare. Immerse in un mondo cattivo e privo di sentimenti, le atrocità compiute da Eli passano in secondo piano e risultano quasi necessarie, poiché inevitabili per la sopravvivenza della bambina. I dialoghi ridotti all’osso dallo sceneggiatore John Ajvide Lindquist (autore dell’omonimo romanzo da cui è stato tratto il film) sono intrisi di una liricità estrema ed hanno il pregio di essere ben calibrati e privi di banalità. L’universo parallelo creato dai due ragazzini è molto più poetico ed immediato rispetto a quello reale. Universo dove chi ha bisogno d’affetto non deve chiedere: “Lasciami entrare”, ma entra accolto a braccia aperte.
"Lasciami entrare è soprattutto una storia d’amore. - dice lo sceneggiatore John Ajvide Lindquist - Di come l’amore di Eli libera Oskar, lo porta a guardare a sè stesso sotto una luce diversa: non come il ragazzo terrorizzato, la vittima. Di come gli dà il coraggio di alzare la testa per il proprio bene. Eli però è un vampiro, un vero vampiro che vive di sangue. Il titolo attiene a quello che ritengo "morale" più interessante dei vampiri, che devono essere invitati da te per entrare a casa tua..."
Un piccolo gioiellino di cui si sentirà parlare a lungo e che, tra qualche anno, potrebbe (purtroppo) essere riproposto in versione Made in USA.
(Lat Den Ratte Komma In); Regia: Tomas Alfredson; sceneggiatura: John Ajvide Lindqvist, tratta dall’omonimo romanzo; fotografia: Hoyte van Hoytema; montaggio: Dino Jonsater e Tomas Alfredson; musica: Johan Soderqvist; interpreti: Oskar (Kare Hedebrant), Lina Leandersson (Eli), Per Ragnar (Hakan), Enrik Dahl (Erik); produzione: John Nordling e Carl Molinder; distribuzione: Bolero Film; origine: Svezia, 2008; durata: 114’