Le feu, le sang, les etoiles - Torino Film Festival 2008 - Lo stato delle cose

Riflettere sulla situazione socio-politica della vecchia Europa, cercare di capire i movimenti emersi e sommersi che ne condizionando l’oscillante andamento, iniziare, forse, semplicemente, ad afferrarne lo Stato delle cose. Intrigante e al tempo doloroso e triste è dunque il viaggio per avvicinarsi ai mutamenti culturali e politici che hanno portato, negli ultimi anni, alla vittoria delle destre di mezza Europa. Un viaggio con cui il Torino Film Festival apre ufficiosamente la sua ventiseiesima edizione, un precorso la cui prima tappa è la Parigi, uggiosa, del primo giorno di Nicolsa Sarkozy, nella pellicola di Caroline Deruas Le feu, le sang, les etoiles.
Il pianto a dirotto della protagonista, regista, autrice del cortometraggio apre questi quindici minuti di riflessione sullo stato delle cose. Un pianto che è in sè dimostrazione dell’attaccamento emotivo verso il destino della propria nazione e reazione impulsiva ad un razionale bisogno di risposte, ad una semplice domanda: che fine ha fatto il sogno francese di uguaglianza e fratellanza?
Una domanda e un senso di sgomento comune a molti nelle giornate che seguirono quelle elezioni. Un interrogativo e un’atmosfera facilmente riscontrabili in tutte quelle situazioni, purtroppo molto simili, susseguitesi per le strade del vecchio continente. Più che un analisi di ciò che accadde, delle motivazioni che portarono alla vittoria di Sarkozy, delle idee che trascinarono e trascinano le formazioni delle destre a governare, il film di Caroline Deruas è un comprensibile grido di dolore. Un urlo ancor più forte perché raccontato con lo stile narrativo che fu dei padri della nouvelle vague, immagini di un mondo che oggi sembra quanto mai distante.
Superato però l’iniziale momento di spaesamento, di tristezza deve essere la ragione, la razionalità a prevalere, ed è forse in questo la pecca del piccolo quadro della Deruas. Le feu, il fuoco, che infervora gli animi, li fa lottare, credere, sperare e poi piangere, deve essere solo il primo passo. Il successivo, e fondamentale, è quello di pendere atto dei propri errori, delle strategie sbagliate, di rispondere, con coraggio, alla domanda iniziale; che fine ha fatto il sogno francese di uguaglianza e fratellanza? Affidare tutto questo, tutti i desideri, i vecchi sogni alla speranza futura (les etoiles) delle giovani, giovanissime generazioni (rappresentate qui dalla figlia di Caroline Deruas, Lena Garrel) è un atto irresponsabile. Gravarle di tanto peso, senza aver prima fatto i conti con il proprio passato, con le proprie scelte è un errore che tutti dobbiamo concorrere ad evitare. Il rischio altrimenti è che molte altre lacrime si debbano versare.
Giampiero Francesca
(Le feu, le sang, les etoiles) Regia, soggetto e sceneggiatura: Caroline Deruas; fotografia: Pascale Marin; montaggio: Floriane Allier; interpreti: Lena Garrel (la bambina/Little Girl), Caroline Deruas (la madre/Mother), Maurice Garrel (il nonno/Grandfather), Arthur Igual (il ragazzo/Boy), Lolita Chammah (la ragazza/Girl); produzione: Les Films au Long Cours; origine: Francia, 2008; durata: 15’
