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Les ninjas du Japan - Italiana DOC - Tff 2007

Pubblicato il 27 novembre 2007 da Giampiero Francesca


Les ninjas du Japan - Italiana DOC - Tff 2007

1959. Fausto Coppi, appena ingaggiato dalla nuova squadra dell’ex rivale Gino Bartali, prende parte ad una corsa nell’Alto Volta, neonata repubblica africana. Durante il viaggio contrae la malaria, malattia per la quale, in un paio di mesi, morirà. Giovanni Giommi, regista di Les ninjas du Japon, torna in quei luoghi proprio con il pretesto di seguire una competizione ciclistica, il tuor del Faso, per raccontare l’incontro di due universi opposti, quello dei Burkinabe e quello di una piccola rappresentativa giapponese di corridori.

Il punto di partenza, mostrare due universi a confronto, giustapporre le immagini dell’assolata Africa a quelle asettiche delle metropoli nipponiche, poteva sicuramente essere uno spunto interessante. Potenzialità però tristemente disattese. Sin dal incipit della pellicola, l’arrivo dei cinque spaesati corridori su di un palco impolverato e carico di giganteschi insetti, l’effetto stridente, discordante fra l’atmosfera e i protagonisti non pare efficace. Il racconto della manifestazione sportiva poi, fra infortuni, cadute, traguardi e vittorie, non modifica quasi per nulla l’impressione iniziale. La scelta di rimanere in superficie, di sfiorare appena le intricate realtà che si incontrano rappresenta la ragione principale di questa scarsa capacità empatica. In poco meno di due ore di film non emerge mai, o quasi, cosa sia, oggi, il Burkina Faso, così come non si intravedono mai le emozioni, le reazioni, le sensazioni dei cinque ciclisti catapultati in una realtà sicuramente molto diversa dalla loro. Tutto ciò che resta è una gara di ciclismo, niente di più o di meno di una Vuelta, di un Tuor de France, di un Giro d’Italia. Spingere il racconto verso l’analisi antropologica del improvviso scoprirsi di due universi tanto distanti o racchiudere la narrazione in un bozzolo intimista, mostrando i dubbi, i pensieri, le domande dei cinque ciclisti avrebbe sicuramente portato la pellicola su di un piano molto più emozionante. Emozione che giunge solo quando ormai siamo preda della stanchezza nel ricordo, sentito e vivo, di Thomas Sankara, considerato una sorta di Che Guevara africano. Figura misconosciuta nel resto del globo (gli stessi ciclisti giapponesi ignorano chi sia stato Sankara) l’ex primo ministro del Burkina Faso (assassinato in un colpo di stato nel 1983) fu fautore di riforme profonde realmente in grado di modernizzare il paese. Dalla condanna di pratiche come l’infibulazione alla promozione dei contraccettivi, dalla forte presa di poszione contro l’AIDS (siamo nei primi anni ’80) alla drastica riduzioni dei costi della politica, l’azione di Thomas Sankara rappresenta ancora oggi un esempio. E allora viene da chiedersi, perché relegarlo nelle ultime sequenze della pellicola? Perché non soffermarci, anche solo per l’enorme valore divulgativo, su questa figura?



Giampiero Francesca


CAST & CREDITS

(Les Ninjas du Japon); Regia: Giovanni Giommi; fotografia: Giovanni Giommi, Bruno Pappalettera; montaggio: Fabio Capalbo; suono: Alberto Fasulo, Takeya Uchida; interpreti: Eshita Kentaro, Higuma Yusuke, Komine Tsuyoshi, Kubo Nobuhito, Munehisa Akihiro, Yamamoto Kazuhiro; origine: Italia, 2007; durata: 83’


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