Libera Uscita

Dall’esorbitante successo di Scemo & più scemo, passando per Tutti pazzi per Mary, i fratelli Farrelly – golden boys della commedia americana – hanno impresso alla tradizione statunitense della slapstick comedy una svolta nella direzione della scatologia e della demenzialità più estreme, che ha aperto la strada ad una miriade di imitazioni e variazioni sul tema di questo genere cinematografico specificamente indirizzato ai teenagers.
Libera uscita, il loro ultimo lavoro, racconta le vicissitudini di Rick (Owen Wilson) e Fred (Jason Sudeikis), uomini sposati che hanno ormai raggiunto la mezza età e rimpiangono i tempi d’oro di quando erano single. Le mogli, esasperate dalle loro continue e patetiche incontinenze e spacconerie sessuali, concedono loro la libera uscita del titolo: una settimana di pausa dagli obblighi matrimoniali per placare i bollori o auspicabilmente dare prova del vero amore.
Cavallo vincente non si cambia, e così Libera uscita continua a valersi della tipica comicità “alla Farrelly”, incarnata perfettamente dalla famosa scena di Tutti pazzi per Mary in cui Cameron Diaz si ingelatinava inconsapevolmente il ciuffo con qualcosa che gelatina non era.
La svolta sta semmai nel tentare di assumere un punto di vista che simpatizza con la dimensione femminile (definirlo femminista sarebbe veramente troppo) all’interno del genere più maschilista che ci sia in circolazione, quello delle bionde cheerleader che ridono in falsetto. Mentre infatti i mariti passano una settimana di smacchi continui alla loro “virilità”, all’insegna di cibo, alcool e droghe leggere, le due donne lontane da casa dovrebbero – negli intenti dei registi – dare prova di emancipazione venendo corteggiate da robusti giocatori di football, perché evidentemente nel 2011 il libero arbitrio delle donne è ancora troppo scandaloso per poter essere contemplato.
Il film, girato e montato un po’ sciattamente (e penalizzato dal doppiaggio), punta tutto sull’inarrestabile sequela di gag intrise di quello che negli Stati Uniti chiamano toilet humour.
Ma se si può ridere di feci, peni afroamericani non censurati e monologhi sulle vagine parlanti, non toccate agli americani il sacro vincolo del matrimonio. Il moralismo puritano strisciante si incarica di riallacciare tutti i nodi anche solo blandamente anarchici della trama, relegando l’esperienza “trasgressiva” alle ormai abusate incursioni nell’umorismo basso corporeo.
Così, tra qualche risata, esplosioni demenziali e l’incantata ammirazione della trascendentalità del vero amore, i fratelli Farrelly ci conducono ad una risoluzione talmente conformista da far sembrare Pane amore e fantasia più perturbante di Arancia meccanica.
(Hall Pass) Regia: Bobby e Peter Farrelly ; sceneggiatura: Bobby e Peter Farrelly, Pete Jones, Kevin Barnett; fotografia: Matthew F. Leonetti ; montaggio: Sam Seig; musica: Jeff Toyne; interpreti: Owen Wilson (Rick), Jason Sudeikis (Fred), Richard Jenkins (Coakley), Jenna Fischer (Maggie); produzione: Bradley Thomas, Peter e Bobby Farrelly, Charles B. Wessler ; distribuzione: Warner Bros. Pictures ; origine: Stati Uniti ; durata: 105’.
