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Ma loute

Pubblicato il 24 agosto 2016 da Fabiana Sargentini
VOTO:


Ma loute

1910 Baia della Slack, nord della Francia. Ma Loute è il nome di un ragazzotto (interpretato da Brandon Lavieville) dal viso che ricorda Carlo delle Piane giovane, occhi sgranati tondi, asciuttezza omogenea, vestito di nero come tutti i componenti della sua famiglia, pescatori di cozze e traghettatori, lui e suo padre monsieur Bréfort, detto l’Eternal, l’Eterno. Sono cannibali: alcuni dei signori che trasbordano da una riva all’altra del fiumiciattolo tra le dune vengono uccisi e spartiti come appetitoso pranzo da sei persone di famiglia, tre adulti, due genitori e Ma Loute, e tre bambini. Fanno parte dei poveri, degli sporchi, dei miserabili: imbrattati di sangue, di fanghiglia, di rabbia. Nella prima scena sulla stessa strada di sabbia dove la famiglia Bréfort arranca passa in autovettura scoperta la famiglia aristocratica che arriva da Calais, i Van Peteghen, composta da Madame Isabelle (Valeria Bruni Tedeschi), Monsieur André (Fabrice Luchini), due figliole e la bella cugina Billie (Ralph), tutti svolazzanti in abiti chiari e risate aeree. Nella zona compare l’ispettore Machin, obeso uomo di nero vestito con Malfoy, il suo assistente piccolino - Stanlio e Ollio in versione poliziesca- indagano sul posto in maniera grottesca: il poliziotto oversize rotola nella rena fino all’indizio (un cappellino arancione). Le differenze sociali sono schiaccianti e urlate: dal linguaggio alle pose, dai vestimenti alle reazioni davanti ai paesaggi, alle situazioni, agli umori. I personaggi ricchi enfatizzano le convenzioni soprattutto in contesti inospitali, si commuovono davanti al mare, perdono la ragione e la calma per cose banali e incomprensibili agli altri. La giovane cugina Billie, una volta vestita da donna, una volta da uomo, suscita la curiosità e l’interesse di Ma Loute (alla domanda del perché di quel nome risponde "chi lo sa"): i due si parlano con gli occhi e attraverso il contatto fisico durante il trasporto in braccio sull’altra riva del fiume. Incontri e scontri tra due ceti che si fingono opposti ma forse non sono poi così diversi: tutti cadono, capitombolano, rotolano - per disinteresse, malamente, distratti, confusi, di corsa, inciampando nei bordi di gonne dai veli interminabili, per via di difetti fisici, per usura di mezzi di trasporto, perché la caduta fisica simboleggia la caduta sociale, psicologica, morale. I rapporti di parentela sono più complicati di quello che sembrano, sorelle che sono anche cugine ma anche amanti, figli non si sa di chi, ragazzi che sembrano ragazze ma poi alla fine sono in possesso di attributi maschili non desiderati. Nel frattempo tutto ruzzola o vola, altre vittime spariscono, Madame Van Peteghen ascende al cielo durante la processione della Madonna, Santa vergine protettrice delle acque, levita tra le nuvole e poi ricade sulla terra col sorriso stampato della santità. Ma Loute, ragazzo dolce esclusa la natura cannibalesca, è mosso da sentimenti amorosi per Billie, ricambiato su tutta la linea: le famiglie si fronteggiano durante una cerimonia religiosa sulla spiaggia mandando Aude Van Peteghen, madre di Billie (una Juliette Binoche generosa nel mostrare un lato comico spiccato e sfaccettato), in crisi e in visibilio allo stesso tempo.
Film che gioca con i registri, commedia sopra le righe e spudorata, dramma sociale sottinteso che diventa fantastico nelle scene di abboffata antropofaga e nelle ascese di tre personaggi, per ultimo il commissario obeso di cui si perde il filo (attaccato al piede) come accade con i palloncini ai bambini al Luna Park, viene inseguito da tutta la compagnia (attraverso riprese aeree spettacolari) e riportato giù sparandogli e sgonfiandolo come fosse riempito di elio. Film intellettuale, di umorismo molto francese.


CAST & CREDITS

(Ma Loute); Regia: Bruno Dumont; sceneggiatura: Bruno Dumont; fotografia: Guillaume Deffontaines; montaggio: Bruno Dumont, Basile Belkhiri; interpreti: Juliette Binoche, Valeria Bruni Tedeschi, Fabrice Luchini, Jean-Luc Vincent, Angélique Vergara; produzione: 38 Production; distribuzione: Memento Films; origine: Francia, 2016; durata: 122’


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