Mai ’68 - la belle ouverage - Torino Film Festival 2008 - Lo stato delle cose
Chacun de vous est concerné. Maggio 1968.
Per tutti quelli nati dopo il ’68, quella data ha un sapore epico. Il gusto leggendario di una protesta che dagli Stati Uniti al blocco sovietico portava in piazza voci di libertà, pace, diritti e uguaglianza. Mentre negli States, infatti, il movimento hippy si scagliava contro la guerra nel Vietnam e nelle università degli stati del nord ci si batteva per i diritti civili, in Europa, scoppiava una vera rivoluzione “utopica”. I giovani di un intero continente si ribellavano ad un sistema classista ed arretrato, ad uno stato che iniziava allora a fondare le propria scala di valori sul denaro e, soprattutto, sul mercato. Non a caso, la miccia detonante del maggio francese scaturì proprio da un piano di razionalizzazione delle istituzioni universitari d’oltralpe. Questo piano, noto come Piano Fouchet, mirava a ridurre l’accesso alle università, al fine di specializzare e qualificare solo il futuro quadro dirigente. A questa manovra politica rispose la piazza, i giovani, le barricate. Il film Mai ’68 - la belle ouverage di Jean-Luc Magneron, regista che prese parte e documentò gli scontri, presentato dal figlio Loic, in forma definitiva, a quarant’anni di distanza è uno spaccato di quelle notti, degli scontri, ma è soprattutto un grido verso chi non sa o non vuol sapere: Chacun de vous est concerné.
Gli scontri, le barricate, le molotov. Le immagini dei boulevard di Parigi in fiamme sono e resteranno nella memoria di tutti. Nessuno può, a logica, dubitare che durante quegli scontri, su entrambe gli schieramenti, ci furono feriti. Lo sguardo sociologico della macchina da presa di Jean-Luc Magneron però, mostrando la realtà delle lotte, la ferocia della repressione, l’uso e gli effetti di “gas offensivi”, mette davanti ai nostri occhi ciò che potevamo solo immaginare. Ciò che però stupisce, per chi quell’esperienza non l’ha vissuta, sono gli occhi dei protagonisti. Dai loro sguardi, dalle loro parole traspare una volontà indomabile di lottare, una viva speranza nel futuro. Dai letti degli ospedali così come dalle barricate, dalle voci degli operai così come da quelle degli intellettuali, appare lo stesso ideale, lo stesso vigore, la stessa voglia di combattere. Che ne è oggi di quella speranza, di quella forza?
Avvicinandosi con un po’ di superficialità a questo Mai ’68 - la belle ouverage, si potrebbero affiancare le immagini degli scontri di piazza, le parole dei feriti, i resoconti sui soprusi subiti a quelle di episodi più recenti, come quelli avvenuti a Genova durante il G8 nel luglio del 2001. Sebbene i racconti e le immagini possano però effettivamente avere delle analogie sarebbe comunque un errore paragonare acriticamente i fatti. Ciò che deve invece maggiormente far riflettere è, in fondo, quel grido lanciato dai giovani lungo i boulevard di Parigi a chi si nascondeva dietro le finestre. Su quelle parole, noi, che spesso ci nascondiamo dietro a migliaia di finestre, noi, che abbiamo preso per buone le verità della televisione, dovremmo riflettere.
“E se nei vostri quartieri tutto è rimasto come ieri, senza le barricate, senza feriti, senza granate, se avete preso per buone le "verità" della televisione anche se allora vi siete assolti siete lo stesso coinvolti. E se credete ora che tutto sia come prima perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina, convinti di allontanare la paura di cambiare verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti.”*
* Canzone del maggio – Fabrizio De André liberamente tratta da un canto del maggio francese del 1968 di Dominique Grange, il cui titolo è Chacun de vous est concerné
Giampiero Francesca
(Mai ’68 - la belle ouverage); Regia: Jean-Luc Magneron, Loïc Magneron;sceneggiatura, fotografia e montaggio: Jean-Luc Magneron ; origine: Francia, 2008; durata: 117’