Medfilmfestival 2008 - Mar nero

Mar Nero (scritto dal regista Federico Bondi insieme ad Ugo Chiti) incrocia due tematiche sociali fondamentali per il nostro presente: l’immigrazione e la terza età. Lo fa con un linguaggio asciutto e totalmente estraneo alla risata, con una serie di dialoghi sintetici e qualche immagine di efficace valore poetico. Tutto il resto è quotidiano, vicenda paradigmatica mostrata per accumulo di informazioni e sviscerata attraverso alcuni inevitabili snodi di drammatica sceneggiatura. Un’anziana donna (Ilaria Occhini) vive sola in una casa dalle parti di Firenze. Non ha un carattere facile ed è tormentata da continui e lancinanti dolori alle ossa. Ha un figlio, Corso Salani, sposato altrove e altrove collocato professionalmente. Si chiama Enrico ed è un ragazzo normale: non è alcolizzato, non si droga e come molti altri figli di quest’Italia liquida, si preoccupa di garantire un’adeguata assistenza all’anziana madre. Il film comincia con l’uomo che apre la portiera dell’auto ad una giovane ragazza romena: si chiama Angela e sogna una famiglia normale in un paese che, almeno teoricamente, dovrebbe garantirle condizioni di vita accettabili. Quelle che al suo paese (il tempo del film è quello del 2006) non ha. Suo marito, infatti, pur lavorando in fabbrica e dovendo compiere ogni giorno lunghi spostamenti, non guadagna più di cento euro al mese. Se volessimo tentare un paragone tra la giovane Angela di Mar Nero e l’altrettanto giovane badante romena protagonista del recente film di Francesco Munzi (Il resto della notte) dovremmo parlare di due donne piuttosto diverse. La prima offre una complessità sociale che la seconda sintetizza in una specie di ingenua purezza e se la prima affonda il suo personaggio nelle piaghe della peggio immigrazione romena, la seconda mostra una superficiale (non in senso negativo) fenomenologia della vita comune a molte ragazze dell’est che giungono nelle nostre case per prestare servizio presso uomini e donne deboli e soli. Angela non incespica in loschi affari criminali, spende il suo tempo libero (poco) tra le preoccupazioni private e le parole e gli sguardi con connazionali di ogni personalità. Subisce con silenzioso spirito di sacrificio l’ingiustizia di provvedere, in un paese straniero, ai propri desideri di stabilità. I momenti migliori del film sono quelli in cui affiorano le distanze socio-economico culturali, marcate ma non così bipolari come rappresentate nell’ingenuo immaginario di chi emigra oggi in Italia, tra due paesi costretti ad un rapporto forte e complicato. Sono piccoli quadretti, quasi rubati alla vicenda madre del film ma capaci di parlare tra loro fino ad essere sommati in un mazzetto che ci dona un documento interessante su quello che la televisione e la chicacchiera da mercato rionale non possono spiegarci. Sono frammenti di esistenza ben organizzati in una storia di sentimenti, che divantano perfetti per irrobustire lo scaffale tematico di quello che è, a nostro modo di vedere, l’argomento che meglio lega il cinema italiano contemporaneo: il tema immigrazione/integrazione.
La parte privata del film, il rapporto di complicità/solidarietà/amicizia tra due donne diverse per età, cultura ed estrazione sociale, serve soprattutto a rendere credibile quanto appena detto sopra. E per farlo naturalmente, si avvale di una efficacia espressiva senza la quale nulla, nella pellicola, avrebbe senso. Il film era stato l’unico lungometraggio italiano in concorso a Locarno e il Med film festival ha offerto la possibilità di ri-osservare da vicino questo positivo esordio italiano. Federico Bondi, il bravo regista di questo film tratto da una vicenda reale, che non ha nessuna parentela col Sandro politico e aspirante poeta) non ha ancora incotrato la sala. L’augurio della nostra rivista è quello di farlo quanto prima, nella speranza che la distribuzione sia degna di questo nome e che questo magro e solido Mar Nero non sia visto solo da super appassionati o addetti ai lavori.
Regia: Federico Bondi; sceneggiatura: Ugo Chiti, Federico Bondi, fotografia: Gigi Martinucci; montaggio: Ilaria Fraioli; interpreti: Ilaria Occhini, Dorotheea Petre, Maia Morgenstern, Vlad Ivanov, Corso Salani, Alessandra Bedino, Vincenzo Versari, Giuliana Colzi, Teodor Danetti; produzione: Film Kairòs, Rai Cinema, Manigolda Film, HiFilm Productions, Hi Film (Romania), Intramovies; origine: Italia/Francia/Romania, 2008; durata: 95’
