Meno male che ci sei

Riecco i giovani del liceo, presi dall’amore difficile, da una famiglia più fonte di problemi che di protezione. Riecco Prieto, quello di Ho voglia di te, uno che gira in scioltezza e con qualche idea, ma che lascia entrare fiumi di spot nei suoi lavori e che mette la sua tecnica al servizio di vicende, dialoghi e situazioni banali. La novità sta nel tentativo di fondere il racconto generazionale, quello piatto e famosissimo degli ultimi anni italiani, con un romanzo di donne ed amicizia, mettendo da parte Moccia, non del tutto il moccismo, per attaccare la tendenza a qualcosa di più aperto e provare a rinnovarsi. Il romanzo di partenza è di Maria Daniela Raineri, e c’è spazio per la lacrima, per un più equlibrato agrodolce e vediamo come va a finire il coktail. Maluccio, per via delle curve della trama, delle sfumature dei caratteri, dei dialoghi, del tono e dello stile di un progetto che rimane adatto ad un pubblico debole, fragile, impreparato e digiuno di cinema, letteratura, cultura, e per ciò troppo poco esigente. Due attrici, una giovanissima, Chiara Martegiani, piuttosto in parte, ed una navigata e brava anche stavolta, nonostante il tipo di prodotto: Claudia Gerini. E’ la storia di un’incontro casuale che diventa importantissimo, quello tra Allegra, diciassette difficili anni, e Luisa, donna matura ed in gamba. E’ successo che l’adolescente ha perso i genitori in un incidente aereo, terribile, si, ma si riprende con una certa velocità, ed ha scoperto che suo padre aveva un’amante. Allegra, più che altro di nome, decide di andare a trovare la donna, e la sua formazione, ovviamente ad happy end con amore incorporato, passerà per le cure, i consigli e gli insegnamenti della più vissuta Luisa. Che dal canto suo non è nè morta nè fuori dai giochi, anzi, deve lottare pure lei, e le sue vittorie (gravidanze in primis) sono ben inquadrate dall’attento Prieto, ben assistito, dopo le riprese, dalla sempre brava Cecilia Zanuso. Non c’è molto altro da dire, se non che questi film li riguarderemo tra cinquant’anni più volentieri, per riosservare look, riascoltare parole, riosservare atteggiamenti, ritrovare usanze. Allora avranno molto più senso di oggi.
Regia: Luis Prieto, Sceneggiatura: Maria Daniela Raineri; Montaggio: Cecilia Zanuso; Fotografia: Patrizio Patrizi; Interpreti: Alessandro Sperduti, Chiara Martegiani, Claudia Gerini; Produzione, Cattleya; Distribuzione: Medusa
