Misure Straordinarie

John e Aileen Crowley hanno due figli affetti dalla sindrome di Pompe, una malattia rara per la quale in pratica non esistono cure. Le aspettative di vita per i bambini, attaccati a un respiratore e costretti su una sedia a rotelle, sono paurosamente basse. Ma John non si rassegna a una situazione che apparentemente sembra senza soluzioni, e fa del tutto per incontrare il dottor Robert Stonehill, famoso ricercatore dell’Università dal Nebraska che potrebbe aver trovato un modo per combattere la malattia. L’intraprendenza e la tenacia di John saranno fondamentali per dare avvio a un progetto di creazione di un’azienda biotecnologica che permetta al dottor Stonehill di mettere in pratica le sue teorie. Un padre che vuole salvare la vita dei proprio figli infatti è di certo più motivato di chiunque altro a trovare i finanziamenti necessari a questa ricerca, e Stonehill se ne rende conto presto.
Tratto dal libro di Geeta Anand La cura, vincitore di un premio Pulitzer, il film racconta una storia ispirata a un fatto reale, quella di un uomo, appunto, che tenta l’impossibile e sfida le regole dell’intero sistema sanitario per guarire i propri figli. Nei suoi panni qui vediamo un discreto Brendan Fraser, perfetto padre di famiglia sempre sostenuto e appoggiato dalla bella e affettuosa moglie (Keri Russel), caparbio e risoluto ma insieme attento e diplomatico quando si tratta di scendere a patti con l’establishment medico e farmaceutico, e avventato solo quel poco che basta a tentare un’impresa che da principio sembra irrealizzabile. Nel ruolo del dottor Stonehill, Harrison Ford dà vita al personaggio di un medico talentuoso e acuto, ma malvisto dai colleghi per i suoi atteggiamenti anticonformisti e spesso provocatori. Il film gioca così sulle differenze caratteriali tra i due protagonisti, che in qualche modo si compensano: dove John è più ragionevole e cauto Stonehill è più impulsivo e brusco, restio a rispettare quegli equilibri delicati che regolano i lavori di equipe. Al contempo, quando John diverrà imprudente – messo di fronte a situazioni estreme – sarà lo stesso Stonehill a trarlo d’impaccio dalle difficoltà.
E’ un film, quello di Tom Vaughan, che pur essendo ambientato in America non vuole aprire alcun discorso sulle problematiche relative al sistema sanitario americano, un discorso cioè che abbia anche un substrato sociale e politico, ma preferisce invece restare nell’ambito “privato” della famiglia Crowley, delle cui vicende ci viene fatta una sorta di cronaca, potremmo dire, corretta e credibile, ma in fondo poco appassionante. Un film, insomma, che pur essendo incentrato su un argomento delicato e non superficiale tuttavia resta nel complesso una prova piuttosto esile, in cui non si registrano vistosi difetti o gravi squilibri, ma neppure guizzi di originalità e vivacità.
(Extraordinary Measures) Regia: Tom Vaughan; sceneggiatura: Robert Nelson Jacobs; fotografia: Andrew Dann; montaggio: Anne V. Coates; musica: Andrea Guerra; interpreti: Brendan Fraser (John Crowley), Harrison Ford (Dottor Robert Stonehill), Keri Russel (Aileen Crowley), Courtney B. Vance (Marcus Temple); produzione: Carla Santos Shamberg, Michael Shamberg, Stacey Cher; distribuzione: Sony Pictures; origine: USA; durata: 105’.
