Nomad: in the footsteps of Bruce Chatwin - FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019
Quando il leggendario scrittore e avventuriero Bruce Chatwin (1940-1989) entrò nella fase finale della sua vita, decise di convocare il regista Werner Herzog, chiedendogli di vedere il film Cobra verde (1987) ispirato al suo libro Il viceré di Ouidah. In cambio, come regalo d’addio, Chatwin che di lì a poco morirà a causa dell’AIDS, diede a Herzog lo zaino che aveva portato con sé in giro per il nostro pianeta e che simbolicamente rappresentava tutta la sua vita nomade.
Trenta anni dopo, Herzog prende quello stesso zaino e si mette in viaggio, ispirato dalla passione condivisa con l’amico scrittore per una vita senza soste e senza case. Lungo la strada, scopre storie di tribù perdute, girovaghi e sognatori, viaggia in Sud America, dove Chatwin aveva scritto In Patagonia, il libro che lo ha trasformato in una leggenda letteraria, con le sue enigmatiche storie di dinosauri, miti e viaggi verso i punti più estremi del mondo.
Poi si reca in Australia, dove lui e Chatwin si erano incontrati per la prima volta sul set di Dove sognano le formiche verdi (1984); era in questa terra lontana che Herzog esplorava il sacro potere delle tradizioni aborigene le quali hanno ispirato il libro più famoso di Chatwin, The Songlines. I viaggi di Herzog in assonanza con Chatwin non rappresentano che la continua ricerca del non scibile, attraverso una materia che non è solo ciò che appare ma è anche una testimonianza etnologica intrisa di magismo delle origini umane più antiche e profonde.
E nel Regno Unito, nello splendido paesaggio dei confini gallesi, scopre l’unico posto che Chatwin chiamava casa e da lì possiamo capire come tutto possa essere stato collegato da un filo invisibile, che accomuna tanti luoghi lontani, intrisi di silenzio e di un contatto fortissimo e viscerale con la natura e la storia del mondo. In particolare in quei punti della terra, in cui l’uomo ha manifestato la sua presenza attraverso rituali e testimonianze antichissime di narrazioni orali poi tradotte in testi: dai Celti agli Aborigeni nulla di più affascinante che poter comprendere come vivessero e perché.
Tutto è raccontato nello stile inimitabile di Herzog, in una narrazione visiva piena di colori e inquadrature, che rappresenta una festa per gli occhi, e in cui i personaggi, gli incontri memorabili, sono accompagnati e narrati dalla voce del regista stesso; il film esplora la visione creativa e personale che ha condiviso con Chatwin: una passione per il potere della narrazione e il desiderio di trovare approfondimenti sull’esperienza umana tra le comunità degli estremi del mondo.
Così come è stata estrema la vita di questi due personaggi del cinema e della letteratura mondiale che hanno fatto della loro vita un’opera d’arte, incuranti dei cliché, delle classificazioni sessuali, degli stereotipi e di tutto ciò che potesse limitare la “quest”.
(Nomad: In the footsteps of Bruce Chatwin) Regia: Werner Herzog; sceneggiatura: Werner Herzog; fotografia: (Louis Caulfiel), (Mike Paterson); montaggio: Marco Capalbo ; musica: Marc Reijseger; interpreti: Werner Herzog, Bruce Chatwin; produzione: Steve O’ Hagan ; origine: Gran Bretagna; durata: 85’