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Non è un paese per giovani

Pubblicato il 23 marzo 2017 da Edoardo Zaccagnini
VOTO:


Non è un paese per giovani

Tra Che ne sarà di noi, del 2005, e il primo episodio di Italians, del 2009, dove, esattamente come oggi, a un certo punto esplodeva il melodico lamento dei Negramaro: lì era la cover di "Meraviglioso"; qui si accende il brano "Lo sai da qui", con la voce di Sangiorgi che invade lo scenario coloratissimo, insieme alla pena e alla speranza dei tre protagonisti. C’era il mare in entrambi i precedenti film, come ce ne è oggi tutt’intorno, in questo Non è un paese per giovani che è il primo film italiano tratto da un programma radiofonico. E se in Che ne sarà di noi era Grecia e in Italians era Dubai, qua siamo a Cuba, assolata, sensuale e danzereccia frontiera in dissolvenza. Perché, potendo scegliere - come diceva Truffaut - meglio in squadra un bel paesaggio sullo sfondo, così, se il film è brutto, rimane il bel vedere panoramico. Di Che ne sarà di noi, Veronesi riacchiappa il romanzo di formazione giovanile: ragazzi allora come oggi, dal ribelle sconfitto, ovvero il Luciano di Giovanni Ansaldo (assai simile al Manuel di Elio Germano nella Santorini del 2005), al sensibile e vincente Sandro di Filippo Scicchitano, in forte assonanza col Matteo di Silvio Muccino nei giorni greci di tuffi, baci e stelle. Tutti in cerca di se stessi, in fondo, a caccia dei loro sogni d’amore o esistenziali, solo che nell’estate ellenica non c’era il reale, il presente drammatico che pare muovere e fare necessario questo film, e cioè il lavoro, il futuro, la speranza negata ai giovani nel disgraziato e farabutto stivale di oggi. Non è un paese per giovani salpa con deciso “impegno”, mostrando messaggi video di connazionali veri che raccontano la loro lontananza dall’Italia. Per ciò vederlo allontanarsi lentamente, ma con costanza, dal tema di partenza, e sparire nell’azzurro lirico delle favolistiche avventure giovanili, perdendo un autentico radicamento nell’attualità, spiazza, delude e fa sentire puzza di bruciato. Quando atterra nell’inquadratura il genio buffo di Nino Frassica, dapprima ipotizzi il canto romantico in omaggio a quei paisà che da sempre vagano nel mondo, portati altrove dall’assenza di lavoro qui da noi (ed ecco il legame con Italians, dove Castellitto si arrangiava coi paesi arabi); ripensi per un attimo a certi personaggi strutturali della commedia all’italiana: il Manfredi de Il Gaucho, il Sordi di Bello e Onesto..., ma pian piano ti accorgi che tutto si riduce all’esibizione di un popolare comico che fa se stesso sullo schermo. E allora, tanti indizi espongono il film di Veronesi al rischio di insincerità, dove uno spunto pretestuoso si scolla presto dall’essenza del film, che diventa esotico viaggio dentro un Paese descritto solo con abbaglianti cartoline. E non bastano le comparsate del sempre generoso Sergio Rubini, che prova a dirci quanto si è fatta dura in Italia interpretando un giornalaio che campa vendendo frutta sotto le riviste e i quotidiani. Pazienza, concludi, nessuno obbliga il regista a tenere alta la bandiera della commedia all’italiana, anche se poi, in passato, vedi L’ultima ruota del carro, del 2012, l’aveva fatto eccome (ma lì il personaggio non l’aveva inventato lui: pirandellianamente, questo gli si era fatto incontro, era il suo autista con una storia semplice e ricchissima da raccontare. Vera. Pazienza, insomma, se Veronesi non trasforma in cinema la complessità dei nostri tempi, perché se i personaggi di questo ultimo suo film fossero davvero gustosi, succosi, divertenti, fondamentalmente credibili, se rimanessero almeno un pizzico addosso, basterebbe lo stesso. Solo che questo non avviene, perché sia Scicchitano che Ansaldo e Serraiocco, hanno virate troppo brusche per farci sentire il loro respiro, e non hanno le parole e i gesti per farci comprendere le loro ragioni. Vanno ognuno un po’ per conto proprio e i diversi pezzi del film non si tramutano in una buona macchina. Non è un Paese per giovani non scalda il cuore e non omaggia il tema della gioventu.


CAST & CREDITS

Regia: Giovanni Veronesi; Sceneggiatura: Giovanni Veronesi, Ilaria Macchia, Andrea Paolo Massara; Fotografia: Tani Canevari; Montaggio:Patrizio Marone;Interpreti:Filippo Scicchitano, Giovanni Anzaldo, Sara Serraiocco, Sergio Rubini, Nino Frassica; Produzione: ISABELLA COCUZZA, ARTURO PAGLIA PER PACO CINEMATOGRAFICA, NEO ART PRODUCCIONES, CON RAI CINEMA; Distribuzione:01 DISTRIBUTION


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