Notturno bus

Mancavano certe notti al cinema italiano. Certe luci. E ci mancava un film originale e convincente, che mescolasse, con equilibrio, il noir, il thriller, il grottesco e la commedia (all’italiana).
Un film di genere senza che il genere ci sia. Eccolo! Inaspettato e silenzioso. Un tantino all’improvviso. Senza ragazzini e senza televisione. Nostrano. Con una fotografia attentissima: quella di Arnaldo Catinari. Con uno script quasi sempre arzillo ed una serie di interpretazioni di alto, altissimo profilo.
Notturno bus, di Davide Marengo, un esordiente o quasi. Perché Craj (De Sio, Ferretti e la musica, due Venezie fa) era tanto documentario e troppo lontano da questa super finzione acrobatica e muscolosa, per essere definito, oggi, ’opera prima’.
Cala di maggio, invece, Notturno Bus. Quando i conti di un anno erano fatti e i film-truffa o quelli dei maturandi romani li dominavano meschini.
Lungo d’esordio e di finzione, questo, che alleggerisce dopo aver sbalzato, che rallegra ed emoziona dopo aver coinvolto. Senza pretendere di arrivare chissà dove, di portare chissà quale alito di vento nuovo nel cinema italiano. Con una lingua tutta sua, sincera, genuina, simpatica e comprensibile: un esercizio utile e creativo, solido.
Va dove lo porta il passaparola, Notturno Bus, e dove le 150 copie che Medusa distribuisce (stavolta saggiamente) lo condurrano.
Musiche, colori, inquadrature, suoni, volti, dialoghi e vicende. Tutto resta in piedi dalla partenza alla conclusione. Compresi i titoli di coda e, soprattutto, i personaggi. Che sono quello di un autista di autobus notturni non solo sfigato, non solo disgraziato, ma anche robusto, intelligente, colto, sornione e rabbioso, simpatico e brillante. Un Mastandrea in formissima che si addolcisce correndo nel film ed abbina alla sua vetusta saggezza rassegnata di periferia desolata, una scanzonata sorgente interiore di sagacia ed intuito. Forte, fortissimo, direbbero i bambini. Un timido che si è rotto le palle - aggiungiamo noi - ma che non sfocia mai nel patetismo, mai nelle contorsioni esistenziali da quartiere popolare, mai nella figurina insipida e piatta.
’Lei’ è una ladra geniale e perfetta, con emozioni racchiuse nella lampada ed una recitazione tutta di sguardi e di voce. Una lampada che alla fine cade e che quando si rompe lascia uscire tutto ciò che rende la creatura scenica tridimensionale, acuta e leggermente puzzolente di verità. E’ l’ormai cara (e qui perfetta) Giovanna Mezzogiorno: bellissima, naturalmente, come sempre, solo ancora più sensuale e guizzante.
Poi, accanto a questa strana coppia per nulla ai margini della centralità da locandina, due attori già maturi e bravi. Fantastichini Ennio, Ferie d’Agosto, Saturno contro ed altro, parecchio altro, anche nascosto. Citran Roberto: un viso affidabile, un mare di piccoli ruoli ed una grande prova nell’ormai lontano Il Toro. Un buono e un cattivo, con le loro rughe ed espressioni, con la voglia di fare un bel lavoro e la fiducia in un’operazione fresca e lucida. In mezzo a loro un brutto, Francesco Pannofino, il più carico di comico basso, di gag da grassa risata, a determinare i bassi ritmici di una scenenggiatura armonica.
Certo, Lotta continua e i servizi segreti del decennio ’70, mescolati in una storia d’amore andata presto a puttane, non è il massimo della vita e neppure un’idea meravigliosa. Ma la scena dura un attimo e quasi tutti quelli che se la ricordano chiuderanno facilmente un occhio. Del resto, il film è così pieno di scene efficaci e di dialoghi brillanti che andare a cercare due o tre peli nell’uovo suonerebbe come ingaggiare una spedizione punitiva ed invidiosa verso un esordio di gran lunga migliore di molti altri. Una scena emerge su tutte: quella dell’inseguimento tra due autobus per i capillari romani, di notte, con bel botto all’americana ed un abbraccio virtuale tra due cinema così lontani e così vicini. Attenzione a Davide Marengo.
(Notturno bus); Regia: Davide Marengo, sceneggiatura: Giampiero Rigosi; fotografia: Arnaldo Catinari; montaggio: Patrizio Marone Shore; interpreti: Valerio Mastandrea (Franz), Giovanna Mezzogiorno (Leila), Ennio Fantastichini (Matera), Roberto Citran (Diolaiti), Francesco Pannofino (Garofano); produzione: Marco Vlasania; distribuzione: Medusa; origine: Italia, 2007
