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Penultimo paesaggio

Pubblicato il 28 dicembre 2011 da Edoardo Zaccagnini


Penultimo paesaggio

Ci sono ancora cineasti ostinati, che perseguono un’idea di cinema rischiosa, allontanandosi dal mercato per rispettare le proprie convinzioni artistiche, con coraggio e personalità. Ci sono giovani che provano a sfruttare tutte le potenzialità del mezzo, che tirano al limite i codici espressivi, che si mettono in gioco fino in fondo. Uno di questi si chiama Fabrizio Ferraro, e il suo pensiero era già evidente nei lavori Je suis Simone- La condition ouvrière, del 2009, menzione speciale al 27° Torino Film Festival, e Piano sul pianeta - Malgrado tutto, coraggio Francesco!, presentato nella sezione Italiana doc. del Festival di Torino del 2010. Due documentari complessi e interessanti, ai quali fa seguito, ora, il suo primo lungometraggio di finzione:Penultimo paesaggio, film di prezioso valore visivo avvolto su una vicenda di relazione tra uomo, donna e spazio urbano, raccontata per ellissi e sottrazioni, attraverso tratti separati da riempire con la fantasia e l’impegno dello spettatore, con un contributo fondamentale di questo, che deve mostrarsi allenatissimo, appassionato e anche lui coraggioso, pronto all’arduo compito di collaborare pazientemente con l’autore. Che gli chiede tanto, ripagandolo con immagini mai banali e sempre di alta qualità, invitandolo a una narrazione anticonvenzionale che sprigiona senso e valore in maniera diversa da come il cinema abituale di solito fa. Ferraro propone un’altro modo di narrare, dà i suoi colpi ai confini tra finzione e documentario, in linea con un buon giovane cinema italiano libero e ovviamente nascosto ai più. Prende i suoi rischi, l’autore, e non supera tutti gli ostacoli, lasciando a volte la sensazione di muoversi su una sperimentazione già attraversata da altri in passato. Ma lo sforzo che egli chiede a chi guarda é sostenuto da inquadrature che denunciano un talento innegabile. Il bianco e nero potente si integra efficacemente con l’uso delle musiche e il film instaura un rapporto originale e intenso tra figure e paesaggio. Ferraro è portatore di una sensibilità e di una ricerca sentita che potrebbero portare a risultati notevoli in futuro. Continuare a seguire il suo lavoro è d’obbligo.


CAST & CREDITS

Regia e Sceneggiatura: Fabrizio Ferraro; Montaggio: Fabrizio Ferraro, Claudia Landi, Fotografia: Fabrizio Ferraro, Interpreti: Luciano Levrone, Simona Rossi; Produzione: Fabrizio Ferraro, Marcello Fagiani, in collaborazione con Fuori Orario; Distribuzione: Movimento film


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