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Oranges and Sunshine - Roma 2010 - Concorso

Pubblicato il 1 novembre 2010 da Giovanna Branca


Oranges and Sunshine - Roma 2010 - Concorso

Saper raccontare un personaggio reale è una delle sfide più difficili da affrontare per qualsiasi genere di narrativa, non ultima quella cinematografica. Margaret Humphreys, l’eroina di Oranges and Sunshine di Jim Loach, è un’assistente sociale, autrice nel 1986 di una scandalosa scoperta. Tra la fine dell’Ottocento e gli anni ’70 del ‘900 circa 150.000 bambini dai 3 ai 10 anni, affidati a degli orfanotrofi inglesi, sono stati deportati in Australia, dove il loro mantenimento costava molto meno e dove venivano impiegati per lavorare. Ai bambini veniva detto che i genitori erano morti, mentre le loro famiglie venivano illuse che i figli fossero stati adottati. Nel tentativo di fare luce sulle responsabilità del governo inglese e di quello australiano, e per aiutare i bambini (ormai adulti) a ricongiungersi con i propri familiari - qualora fossero ancora vivi - o comunque a rintracciare le loro radici, Margaret Humphreys ha fondato il Child Migrants Trust, con cui ha instancabilmente cercato di aiutare queste persone private della propria famiglia e della propria identità.
Un film parecchio “impegnato”, dunque. E non è un’impresa da poco se a sostenerla è il figlio di Ken Loach, che dell’impegno ha fatto la costante tematica della propria attività autoriale. Essere figli d’arte porta però anche dei vantaggi: è lecito supporre che non molti altri esordienti si sarebbero potuti permettere un cast d’eccellenza come quello di cui dispone Jim Loach in questo film, e in particolare Emily Watson, che interpreta la Humphreys in maniera eccezionale. Tuttavia la sfida è vinta : Loach realizza un film perfettamente all’altezza delle aspettative più rosee, e forse anche oltre. La storia della sua eroina è raccontata con una sobrietà e al contempo con una partecipazione calibratissime. Inizia come avvincente “film d’inchiesta”, per poi trascinare lo spettatore negli aspetti più intimi e dolorosi della vita di una donna che ha scelto di consacrare la propria esistenza a delle persone che, subendo una terribile ingiustizia, non avevano avuto le sue stesse opportunità di essere felici.
Che il film venga presentato a Roma - la capitale del cattolicesimo - proprio nel corso dello scandalo chiesa-pedofilia è poi particolarmente significativo. I più sfortunati di questi bambini finirono infatti nell’orfanotrofio "Bindoon", gestito da preti cattolici, dove subirono i soprusi più atroci: dai lavori forzati allo stupro.
Oranges and Sunshine ci mostra i racconti di questi “ex-bambini” affollarsi nella memoria della protagonista proprio prima della “resa dei conti” finale, in cui Margaret si appresta finalmente a fronteggiare ciò che anche per lei era ormai diventato un fantasma mostruoso, decidendo di visitare l’orfanotrofio degli orrori.
La sequenza in cui la protagonista affronta simbolicamente i padri cattolici riuniti a prendere il thè è un momento di grande cinema, e fonde insieme una vocazione registica e una sensibilità fuori dal comune, consegnando alla memoria del pubblico la giusta prospettiva sulla lotta di una donna straordinaria e su quella che è una “perdita secca” per la Storia stessa: le irreparabili ingiustizie subite da migliaia di innocenti.


CAST & CREDITS

(Oranges and Sunshine) Regia: Jim Loach ; sceneggiatura: Rona Munro ; fotografia: Denson Baker ; montaggio: Dany Cooper ; musica: ; scenografia: ; interpreti: Emily Watson (Margaret), David Wenham (Len), Hugo Weaving (Jack); produzione: See Saw Films, Sixteen Films ; distribuzione: ; origine: Inghilterra, Australia ; durata: 105’


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