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Ouja

Pubblicato il 21 gennaio 2015 da Marco Savegnago
VOTO:


Ouja

Lane e Debbie sono amiche del cuore sin da bambine. Durante la loro infanzia erano solite giocare con la tavoletta ouija, attraverso la quale si dice si possa comunicare con il mondo dei morti. Nel farlo però, è tassativamente vietato infrangere tre regole: non giocare mai da soli, non giocare mai in un cimitero e salutare sempre. Anni dopo Debbie, ritrovando la tavoletta in soffitta, decide di fare una partita in onore dei vecchi tempi ma, non avendo nessuno con cui giocare, infrange la prima regola. Il giorno dopo viene trovata impiccata nella sua abitazione. Lane, distrutta per la prematura dipartita dell’amica, è però convinta che non si tratti di suicidio e che, in qualche modo, la tavoletta ouija abbia qualcosa a che fare con la morte di Debbie. Coinvolge quindi sua sorella, il suo fidanzato, il fidanzato di Debbie ed una sua amica nella ricerca della verità, iniziando con loro una nuova partita dalle prevedibili e disastrose conseguenze.
Scritto in parte e diretto dall’esordiente Stiles White, buon alunno della prestigiosa factory di Stan Winston, Ouija si presenta come un fin troppo classico horror adolescenziale, che ricalca alla perfezione gli stilemi del genere. In esso troviamo elementi dai quali la gran parte dei registi dell’orrore ha già attinto da tempo immemore: sedute spiritiche, manicomi, scantinati bui e luci stroboscopiche si rivelano ancora una volta, infatti, un mix letale per il solito gruppo di liceali sprovveduti e troppo curiosi. Per spingere in avanti una trama ad ogni modo scarna ma abbastanza agile, ecco inoltre accorrere la totale mancanza di caratterizzazione e di logica dei giovani protagonisti i quali, di fronte ad inquietanti fenomeni come autocombustioni, porte che si aprono da sole e sinistri rumori uditi all’interno della casa disabitata, anziché fuggire a gambe levate, si limitano a proferire un timidissimo “C’è qualcuno?”. Il tutto è ovviamente coronato dalla sempre arguta decisione di dividersi durante la ricerca del mostro/spirito.
Dopo una prima parte di preparazione in cui White tenta, senza neanche troppa convinzione, di avvolgere la pellicola in un’atmosfera di suspense, il film entra nel vivo mostrando quello che forse è il suo lato migliore, costituito interamente dalla più che degna qualità degli effetti speciali, segno che la militanza nella prestigiosa academy del quattro volte premio Oscar Winston ha giovato non poco al giovane regista americano.
In conclusione, Ouija figura come un prodotto di scarso interesse per i cultori del genere, adatto per lo più ad un pubblico di quindicenni o a chi comunque non abbia mai visto una pellicola horror-studentesca da Nightmare a questa parte.


CAST & CREDITS

Ouia; Regia: Stiles White; sceneggiatura: Juliet Snowden, Stiles White; fotografia: David Emmerichs; montaggio: Ken Blackwell; musica: Anton Sanko; interpreti: Olivia Cooke, Daren Kagasoff, Douglas Smith, Bianca A. Santos, Ana Coto, Shelley Hennig, Matthew Settle, Vivis Colombetti, Lin Shaye; produzione: Platinum Dunes, Hasbro; distribuzione: Universal Pictures; origine: USA, 2014; durata: 89’


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