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Parafernalia - Noir Film Festival - Doc Noir

Pubblicato il 8 dicembre 2008 da Salvatore Salviano Miceli


Parafernalia - Noir Film Festival - Doc Noir

Religulous di Larry Charles, appena passato sugli schermi festivalieri di Torino, era un simpatico e ironicamente feroce attacco alle religioni più note e con più proseliti al mondo. C’è invece ben poco da ridere guardando il bel documentario firmato da Massimo Coppola e Giovanni Giommi Parafernalia.
I due registi si spingono sino in Brasile con l’intento di seguire un fenomeno, quello della religione evangelista, che non cessa di crescere di anno in anno e che non coinvolge solo i paesi dell’America Latina ma che è ormai ben radicato e presente negli Stati Uniti come in Europa. Protagonista assoluta è Ana Carolina Diaz, vera e propria star del movimento. Figlia di un ex poliziotto condannato per violenze contro minori, Ana, convinta dal padre di essere morta da piccolissima e risorta, ad appena dodici anni è un elemento di spicco di questa corrente. Il suo lavoro, perché appare immediatamente chiaro che di questo si tratta, consiste nell’andare in giro per il paese a portare la sua testimonianza di fede, a spendersi in preghiere per chi necessita di un aiuto dall’alto, a predicare insomma in nome di un “miracolo” ricevuto che l’avrebbe resa tramite di Cristo. Difficile individuare qualcosa di religioso in tutto quello a cui assistiamo.
Bravi gli autori a entrare con le loro macchine digitali (il film è girato in HD) all’interno di una realtà fatta di opportunismo, che sfrutta la miseria e la debolezza per farsi largo. Ecco perché Parafernalia non racconta solo di Ana Carolina Diaz, ma di un paese intero, il Brasile, e di una parte della popolazione che arriva a riporre, in un estremo tentativo di sfuggire al dolore ed alla miseria, in una bambina attrice (è lei stessa a fare questo paragone svelando immediatamente, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto poco ci sia di sentito e di vero nel suo percorso di fede) le speranze più grandi.
Tecnicamente il film adotta uno sguardo sempre vigile, presente, in grado di cogliere “il dietro le quinte”. Sceglie di entrare anche all’interno stesso del narrato (c’è un momento in cui la giovane predicatrice si rivolge direttamente in macchina chiedendo di fermare le riprese) ed è una decisione che non disturba ma che al contrario attrae abbattendo in maniera ancora più incisiva la barriera tra spettatori ed immagini. È una prova di verità, un sigillo di garanzia su ciò che ci viene mostrato.
Il montaggio di Felipe Guerrero gioca con il girato, lo seziona in alcuni momenti cristallizzando degli attimi e affidandoli ad una voce off che resta esente da banali strumentalizzazioni. Il lavoro sul suono di Alberto Fasulo è estremamente accurato e riveste un ruolo fondamentale all’interno del film perché in grado di raccontare al pari degli elementi visivi.
Non si conosce ancora il destino di Parafernalia che, per assurdi problemi legati alla produzione insorti a lavorazione ultimata, rischia di non vedersi attribuire neanche un passaggio televisivo. La speranza è l’home video per un prodotto di qualità che meriterebbe di essere visto e che sta compiendo un buon percorso nel circuito dei festival.


CAST & CREDITS

(Parafernalia); Regia: Massimo Coppola, Giovanni Giommi; fotografia: Giovanni Giommi; montaggio: Felipe Guerrero; suono: Alberto Fasulo; produzione: Millanta Film; origine: Italia 2008; durata: 75’


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