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Perfect stranger

Pubblicato il 13 aprile 2007 da Giampiero Francesca


Perfect stranger

Ingannevole come il volto sfuggente di un perfetto sconosciuto, insidioso come le mezze verità usate per avvicinare un estraneo. Così si presenta “Perfect stranger” di James Foley, come un illusorio e mendace labirinto di specchi che riflette le immagini di ignari sconosciuti.

Perfect stranger” è dunque un thriller classico, un gioco di falsità in cui tutti inseguono un celato obiettivo. C’è la giornalista d’assalto, Rowena/Berry, pronta a tutto pur di trovare un vero scoop, l’amico fedele Miles/Ribisi, hacker e nerd, dal malcelato amore per la bella redattrice, e il cattivo di turno, l’industriale Harrison Hill/Willis, dall’ovvio oscuro passato e dal presente fedifrago. Tutti, all’apparenza vittime, ingenui e onesti cittadini oppressi dalle circostanze. Eppure anche il mare più calmo nasconde sempre agitate correnti. E’ da questo presupposto che si sviluppa, nel solco canonico del genere, il dedalo di trame che Foley costruisce intorno alla figura di Rowena. Un pericoloso labirinto fatto di uffici, metropolitane, stanze segrete e realtà virtuali. Un labirinto ricco di ostacoli e difficoltà, in cui Harrison Hill, potente e colluso, sembra interpretare la parte del feroce Minotauro. La realtà per Foley è quindi sempre falsa e menzognera, e le vite che la percorrono ne sono figlie ipocrite e bugiarde. Finte, come i nickname di una chat. Artificiali e immaginarie come il sesso on line. E’ palese la metafora del regista, il legame diretto fra realtà virtuale e vita reale. Non c’è differenza fra apparire ciò che non si è e crearsi un’identità fittizia sulla rete. La confusione, la contaminazione delle due realtà è però così forte da far perdere di vista i confini che le separano. Si può amare e odiare la stessa persona, nascondendo dietro falsi connotati la propria identità. Si può inseguire ed evitare, cercare la verità e nascondere segreti, proteggere e uccidere. Il risultato però è quello di un thriller opaco, spesso lento nel suo prevedibile incedere. Il tentativo di sovrapporre i mondi del reale e del virtuale, di mischiare le carte, di nascondere le tracce e le trame appare forzato e prevedibile. Ogni svolta, cambio di ritmo, retroscena e segreto accennato risponde canonicamente ad una seppur minima anticipazione. Un abuso di metonimie che inserito in un contesto straniante e depistante traccia una strada fin troppo semplice da seguire. E’ ovvio e lecito dunque aspettarsi che anche questa banale realtà sia solo la superficie serena dell’acqua che cela un moto tormentato?



Giampiero Francesca


CAST & CREDITS

(Perfect stranger); Regia: James Foley; sceneggiatura: Jon Bokenkamp, Todd Komarnicki; fotografia: Anastas N. Michos; montaggio: Christopher Tellefsen; musica: Antonio Pinto; interpreti: Halle Berry (Rowena), Bruce Willis (Harrison Hill), Giovanni Ribisi (Miles Haley), Gary Dourdan (Cameron), Nicki Aycox (Grace), Jason Antoon (Bill Patel), Richard Portnow (Arvis Narron); produzione: Revolution Studios; distribuzione:Sony Pictures Releasing Italia; origine: USA, 2006; durata: 109’ webinfo: Sito ufficiale


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