Pesaro 2011 - The Mother - Documentari Russi

Data in sposa dalla madre a 14 anni in cambio di una bottiglia di vodka, Ljuba ha nove figli e ha passato la sua esistenza a cercare di invertire il circolo crudele che l’ha resa prima figlia indesiderata e poi moglie abusata e picchiata. The Mother di Antoine Cattin e Pavel Kostomarov si incarica di raccontare la storia di questa donna attraverso le sue parole sul passato e aprendo una finestra sul suo presente, in un lasso di tempo di alcuni anni che va dal matrimonio della figlia più grande alla nascita della prima nipotina. La macchina da presa sembra non interferire col procedere delle vite dei membri della famiglia, che solo occasionalmente sembrano ricordarsi della sua presenza e si rivolgono all’operatore in prima persona. Momenti questi mantenuti nel film, a ricordare al pubblico tanto quanto ai personaggi/persone sullo schermo la non trasparenza del mezzo e la sua intrusività.
Nella sperduta provincia Russa, il mondo - la povertà e l’indigenza come lo stesso paesaggio naturale - sembra fatto per piegare ogni iniziativa delle persone di “buona volontà”. In particolare, alla componente femminile e laboriosa della famiglia di Ljuba (lei stessa, la figlia più grande) sembra opporsi un universo maschile di parassiti e ubriaconi: oltre al marito da cui Ljuba è fuggita per offrire un futuro migliore alla sua prole, il figlio maggiore che non aiuta il lavoro nella fattoria in cui è occupata la famiglia, il temporaneo compagno di Ljuba accolto in casa più per compassione che per amore, il marito della figlia che finisce in carcere per aver picchiato un’anziana signora.
Nessuna voce off commenta le immagini o cerca di indirizzare il senso del documentario, il punto di vista degli autori emerge solo da alcune scelte strettamente stilistiche, ottenute in fase di montaggio, come ad esempio la rima realizzata tra due inquadrature in cui una sacca di mangime è utilizzata dallo sfaccendato figlio maggiore di Ljuba come sacca da pugilato e subito dopo come oggetto di lavoro dalla protagonista insieme alla figlia.
Ma la vera "presa di posizione" del film sta nel concentrarsi sulla figura di Ljuba, il cui racconto della propria vita è il filo rosso della storia e la chiave per interpretare le immagini sullo schermo. La scelta della madre del titolo di rispondere al male subito con l’amore per i figli (e non solo i propri) oltre a costituire un exemplum morale getta un velo di speranza anche sui crudi eventi in cui si imbatte la macchina da presa.
(Mat’) Regia: Antoine Cattin e Pavel Kostomarov ; sceneggiatura: Antoine Cattin e Pavel Kostomarov ; fotografia: Pavel Kostomarov ; montaggio: Antoine Cattin e Pavel Kostomarov; musica: Alexander J.S. Cracker; produzione: Parallax Video, Les Films Hors-Champ, Les Films d’ici; origine: Russia, Svizzera, Francia 2007; durata: 80’.
