Pezzi
Sono frammenti di vite, brandelli di esistenze, Pezzi di fiato, parole, gesti , azioni quelli raccontati da Luca Ferrari. Abitudini quotidiane, di una quotidianità terribile ed angosciante, quella di un quartiere ghetto della periferia romana, il Laurentino 38. Un suburbio desolante in cui la speranza ha ormai lasciato il posto alla rassegnazione, per vite senza un futuro, cieche rincorse verso una morte prematura.
Una bisca, un biliardo, un piccolo televisione, una stufa elettrica. E’ questa la tana de “er pantera”, capobranco del Laurentino 38. E’ lui, dall’alto della sua importanza, a guidare Luca Ferrari all’interno di questa società nella società, di questa città nella città. Senza la sua presenza, probabilmente, Ferrari non potrebbe nemmeno trovarsi lì, fra spacciatori e galeotti, rapinatori e delinquenti di ogni specie. Ma “er pantera” è lì con lui, poderoso cicerone di questo ghetto. E’ lui a presentargli la sua compagna, matrona romana corrosa dal dolore per un marito ammazzato per una questione di droga. E’ lui ad introdurlo nelle case spoglie del quartiere, lungo i viali, popolati nella notte dai pusher, nei pochi luoghi di quel che resta di un’aggregazione sociale. Solo così Luca Ferrari può raccontare i Pezzi di queste esistenze. Può raccontare della droga, di quella buona, che non puzza “di piscio di gatto” o di “nafta”, ma soprattutto di quella cattiva, quella che uccide lungo le strade così come nelle galere. Dei frequentatori della bisca nessuno è immune da questo cancro. C’è chi ormai quasi farfuglia, tanto è mangiata la sua mente e il suo corpo, e chi ha visto morire i propri figli, i propri mariti, i propri genitori. Nessuno, nemmeno “er pantera”, ne è indenne. Suo figlio è in prigione, in attesa di un giudizio definitivo che potrebbe costargli vent’anni, forse, la vita. Ma nonostante questo le giornate del Laurentino 38 sembrano scorrere quiete, lungo questi binari morti. Le abitudini, per quanto tristi, avvilenti, letali, son pur sempre abitudini e riempiono i giorni dei suoi abitanti, fra una partita a biliardo, una visita al cimitero e una "botta".
Pezzi documenta, riprende, raccoglie e poi monta insieme queste vite, con la volontà evidente di mostrare uno spaccato di una realtà tanto disagiata da sembrare quasi irreale. La critica va diretta, pesantissima e motivata, ad una città che ha costruito, negli anni, dei ghetti di delinquenza e disperazioni. I ponti del Lauretino 38 come il “Residence Bastoggi” o il “Serpentone” di Corviale, rappresentano infatti delle aberrazioni edilizie e sociali, create con l’idea di una città impossibile e ora cicatrici sul volto della città. L’opera di Luca Ferrari lascia però non pochi dubbi sull’autenticità di un racconto dalla matrice così forte. Non perché le sue immagini non siano vere, artificiose, ma proprio per lo strano rapporto che il regista costruisce con “er pantera”. Unico fra gli abitanti a rendersi conto di ciò che accade intorno a lui, della scomoda presenza della telecamera, “er pantera” sembra trasformare la pellicola in un suo autoritratto, un’apologia della sua forza, del suo ruolo di leader, maschio dominante del quartiere. Qualunque sia il suo ruolo, Pezzi resta comunque una brutale testimonianza di una delle più tristi e angoscianti realtà della nostra capitale.
(Pezzi); Regia: Luca Ferrari; sceneggiatura: Luca Ferrari, Pietro Occhiuzzi; fotografia: Luca Ferrari; montaggio: Pietro Occhiuzzi; produzione: Luca Ferrari Relief Samuele Pellecchia per Prospekt Photographers; origine: Italia, 2012; durata: 70’;