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Philomena

Pubblicato il 23 dicembre 2013 da Giammario Di Risio
VOTO:


Philomena

Nella steppa irlandese il tempo scorre lento e l’aratro del mondo cattolico ha tracciato deciso il suo solco: un percorso nervoso che può divenire, alcune volte, specchio deformante che ricatta povere anime. Tuttavia anche chi non ha fede e pensa di conoscere la verità dell’esistenza non deve cantar vittoria e farebbe meglio ad avere più fiducia, compassione verso il prossimo. I due mondi tuttavia possono ritrovarsi, come i colori dell’autunno con quelli dell’inverno, per ricostruire un passato legato a una foto in bianco e nero che racconta di un bambino lontano.

Irlanda, anni Cinquanta. La diciottenne cattolica Philomena ha commesso peccato e si è macchiata d’incontinenza carnale restando incinta. Viene rinchiusa con altre “peccatrici” nel convento di Roscrea mentre il suo bimbo, Anthony, viene venduto ad una famiglia americana; l’unica cosa che le resta è una foto del piccolo in bianco e nero. Passati cinquant’anni la rugosa donna vuole ritrovarlo e si affida, di fatto, al giornalista agnostico Sixsmith, che è stato appena fatto fuori dalla BBC e ha bisogno di uno scoop in tempi brevi per recuperare credito. I due vengono da mondi diversi ma lentamente, stuzzicandosi e proteggendosi, riusciranno a scoprire la verità, anche se siamo fuori tempo massimo.

L’argomento è di quelli seri ma viene gestito all’interno del genere commedia con grande brillantezza e senza cali di ritmo. La prima parte privilegia il montaggio alternato e ci racconta i due mondi dei protagonisti, tanto chiuso, granitico e superstizioso quello di Philomena quanto perennemente in bilico e privo di certezze quello di Sixsmith. Le battute, cariche di humour inglese, non perdono mai di smalto durante le fasi della ricerca; l’affiatamento tra i due appare sempre più credibile mentre si inframezzano immagini di repertorio del piccolo e della sua nuova vita negli Stati Uniti. La regia è di stampo classico e ha come filo d’oro i due personaggi, quasi sempre inquadrati a mezza figura o in primo piano. Inoltre c’è un momento di grande emozione in un campo/controcampo finale che porta la Dench a essere una seria candidata, qui a Venezia, per la Coppa Volpi.

Tratto da una storia vera, divenuta poi best-seller, Philomena di Stephen Frears ha la forza di non sfruttare la retorica nella critica al mondo cattolico che si nutre di ricatti morali per mantenere lo status quo. La pellicola è piena di momenti esilaranti, dalle battute che hanno come sfondo il sesso, con la dicitura bisessuale che Philomena “trasforma” in bicurioso, alla critica alla società americana, da Ryanair che fa pagare ogni cosa sui suoi voli all’ostracismo di Sixsmith verso le trame dei romanzi rosa che gli racconta la donna. Un film molto apprezzato, che è stato applaudito per circa due minuti alla fine della proiezione per la stampa.


CAST & CREDITS

(Philomena) Regia: Stephen Frears; sceneggiatura: Steve Coogan, Jeff Pope; fotografia: Robbie Ryan; montaggio: Valerio Bonelli; musica: Alexandre Desplat; interpreti: Judy Dench, Steve Coogan, Charlie Murphy; produzione: BBC Films, Magnolia Mae Films, Pathé, Baby Cow Production, ; origine: UK , 2013; durata: 94;


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