PREDMESTJE (SUBURBS)

D’accordo, far ridere non è facile e forse nei Balcani, allo stato attuale, lo è ancora meno. Qualcuno però da quelle parti ci riesce benissimo, mescolando surreale e ironia e facendoci anche commuovere: non solo Kusturica o No man’s land, ma anche Gori Vatra di Pjer Zalica, piccolo e trascurato film malgrado il Pardo d’argento a Locarno 2003 (e definitivamente affossato dalla distribuzione con il titolo di Benvenuto mr. Clinton). Qualcun altro evidentemente non ha nessuna voglia di ridere e per non realizzare un cupo dramma familiare o una disperata e intimista vicenda di coppia, che teme possano essere subito archiviabili come “le solite cose dell’Est”, si sceglie la via più facile ovvero quella del binomio cattiveria&sgradevolezza all’insegna dei “brutti, sporchi e cattivi”, le guerre tra poveri, un mondo disperato senza nemmeno un raggio di sole.
Nulla di male, per carità, se tutto questo è supportato da, che so, una regia straordinariamente originale e innovativa, qualche sprazzo di autenticità, recitazione intensa. Tuttavia, come ci insegna Todd Solondz (che attendiamo al varco, con il suo film in concorso), si può essere perfidi senza dover mostrare nulla, le parole, le azioni più banali possono essere peggio delle armi di distruzione di massa. Se la violenza è così gratuita e il rivoltante è così a buon mercato, è lecito domandarsi se sia solo “polvere di gesso negli occhi” (per dirla con Gadda) dello spettatore e siano casuali alcune scopiazzature del cinema d’oltreoceano.
Come non pensare a una brutta parodia di The Big Lebowski davanti al fatto che i protagonisti sono quattro amici non più giovani al bar del bowling, tra cui due reduci di guerra, ognuno a sciorinare assurde teorie e negare il proprio patetismo? Purtroppo non c’è un John Turturro che in una sequenza di pochi secondi passi alla storia del cinema, anzi solo alla fine uno di loro si alza e finalmente lancia la boccia contro i birilli, in un gesto chissà liberatorio (quantomeno per lo spettatore). Per contro abbiamo: l’ex combattente n.1, che picchia sistematicamente la famiglia e dardeggia occhiate languide ai ragazzotti, l’ex combattente n.2, che bagna il letto per lo choc subito in guerra e si sollazza con filmini porno, un omuncolo disoccupato vittima della sorella zitella (ma anche lei verrà messa a posto, perbacco, e a colpi di scarponi chiodati) e infine una guardia giurata la cui moglie un giorno ha bruciato tutte le loro foto e si è sgozzata nel letto con un rasoio (e probabilmente avrà avuto i suoi buoni motivi).
Non c’è molto da fare nei suburbs, lontanissimi da quella specie di Svizzera dei Balcani che dovrebbe essere Slovenia e che potrebbero essere ovunque. Le uniche attività possibili sono le sproloquiate xenofobe, andare a caccia, darsi all’onanismo o torturare deliziosi cagnolini in una sperduta cascina, dopo averli adescati con le scatolette marca “Happy Life” (dovrebbe essere una metafora?!), quindi quando nell’appartamento adiacente a quello del vedovo arriva una giovane coppia talmente assatanata da fare sesso anche durante i traslochi nell’armadio parcheggiato sulle scale, si aprono nuove possibilità per i nostri eroi...
Naturalmente il tutto è filmato con quel “distacco” post-post neorealista (o forse è solo banale sciatteria?) davanti a cui si giustifica qualsiasi cosa e che conferisce anche quell’irritante sensazione che il regista sia anche dispiaciuto di rivelare ai nostri occhi innocenti che il mondo non è bello come pensiamo. Sarebbe interessante sapere, allora, chi lo ha costretto. Altrimenti, se proprio deve, non sarebbe meglio farlo divertendosi?
[settembre 04]
Regia: Vinko Möderndorfer
Sceneggiatura: Vinko Möderndorfer
Fotografia: Dušan Jorksimoviæ
Montaggio: Andrija Zafranoviæ
Musica: Jani Golob
Interpreti: Renato Jenèek, Peter Musevski, Jernev ?ugman, Silvo Božiè
Produzione: Forum Ljubljana, Emotion Film, RTV Slovenija
Origine: Slovenia
Durata: 90’
