Quartet
"L’opera è quella cosa per cui quando uno viene pugnalato alle spalle invece di morire canta".
Così uno dei protagonisti di Quartet, cantante lirico ormai ritiratosi dalle scene, immortala con una semplice frase la magia che da secoli accoglie tra le sue braccia lo spettatore che si abbandona ciecamente ai suoi epici sentimenti narrati in note. Una frase a effetto, pur nella sua semplicità, che si adatta perfettamente a questo quadro dolce della vecchiaia, tutto ambientato in una casa di riposo in cui quando qualcuno supera la soglia dei settanta anni al posto di limitarsi ad invecchiare canta. Non un canto del cigno né un requiem. Non un drammatico addio alla vita, né un dolore che straccia le vesti.
Il primo film che vede Dustin Hoffman dietro la macchina da presa è una canzone dolce, impregnata di senilità non solo per i suoi protagonisti, ma per lo sguardo leggero di chi narra, lo sguardo di chi, ormai lontano dia tumulti della giovinezza, dai suoi eccessi e dalla sua fretta, ha già oltrepassato l’impeto della saggezza appena acquisita dell’età matura ed è in grado di riscoprire in ciò che ha sotto gli occhi da sempre una nuova poesia. Un sentimento leggero ma non leggiadro, dolce, commosso più che commovente, e per questo mai lacrimevole o melenso, pervade così il racconto della piccola avventura di un gruppo di artisti appartenenti all’opera che devono mettere in piedi un concerto per raccogliere i fondi necessari affinché la loro casa di riposo, un luogo per soli musicisti, rimanga aperta.
Le pennellate delicate di una fotografia dai toni caldi sono il completamento ideale della sceneggiatura, opera di Ronald Harwood, autore anche del testo teatrale da cui il film è tratto, e hanno lo stesso tono aranciato delle interpretazioni meravigliose dei reali artisti in pensione trasformatisi all’occorrenza in attori per affiancare la sempre meravigliosa Maggie Smith. Quartet è un tramonto delizioso che riesce a trattenere lo spettatore per più di un’ora fermando il tempo in quel preciso istante in cui il sole sta per lasciare il suo posto alla sera. Accompagnata dalle note delle arie più celebri la pellicola conduce fino al calar del giorno per una buonanotte appena accennata. “I vecchi quando accarezzano hanno il timore di far troppo forte”.
(id); Regia: Dustin Hoffman; sceneggiatura: Ronald Harwood; fotografia: John de Borman; montaggio: Barney Pilling; musica: Dario Marianelli; interpreti: Tom Courtenay (Reginald), Billy Connolly (Wilf), Pauline Collins (Cissy), Maggie Smith (Jea), Michael Gambon (Cedric Livingstone); produzione: Headline Pictures, BBC Films, DCM Productions; origine: Regno Unito 2012; durata: 98’.