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Questione di punti di vista

Pubblicato il 12 settembre 2009 da Fabiana Proietti


Questione di punti di vista

"Tutti i draghi delle nostre vite sono principesse sofferenti che chiedono di essere liberate"

"Le maquillage c’est presque tout"

36 prises de vue, 36 scatti da differenti angolazioni su un mondo allo stesso tempo nuovo e conosciuto per l’autore Jacques Rivette, il circo, che viene ad aggiornare una riflessione su arte e vita sempre presente sottopelle nel cinema rivettiano, modulata più spesso sul teatro, altre volte sulla pittura, e che nel Pic Saint Loup offre una variazione sul tema che permette di accostare al mondo in precario equilibrio dei funamboli la precarietà emotiva della sua nuova protagonista, l’enigmatica Kate interpretata da Jane Birkin, di ritorno nel circo di famiglia alla scomparsa di suo padre, dopo quindici anni di totale distacco, in seguito ala morte del compagno trapezista durante l’esecuzione di un numero.

Trentasei frammenti immersi in un unico flusso narrativo che non distingue tra le riprese prismatiche dello spettacolo - l’entrée di Rom punteggia il film, ripartendo ogni volta da un diverso momento e una differente angolazione - e le storie che si snodano fuori dal tendone tra i personaggi, in una continuità tra finzione e vita quotidiana che si rivela concettualmente preziosa, ed esaltata tra l’altro dalla recitazione straniante di Sergio Castellitto (che collabora anche alla sceneggiatura), con quel suo francese dalla pronuncia italiana, che si mostra da subito corpo estraneo al ristretto gruppo di artisti circensi, scrivendone e direzionandone da narratore esterno le parabole esistenziali come fossero anch’esse momenti di un unico spettacolo senza fine.
Le maquillage c’est presque tout ("il trucco è quasi tutto") dice il clown Alexandre-Rom a Vittorio, come se l’unica discriminante per distinguere il momento dello spettacolo dalla vita reale fosse quello strato di make up spalmato sul volto degli attori ma il cui confine è in realtà labile e illusorio, quando si ritrovano a portare in scena lo sketch meticolosamente preparato, confondendo nomi reali e dei personaggi, il loro vissuto e il gioco teatrale. Esplicitando così l’assunto teorico della pellicola, ripreso poi dalla passerella finale di Vittorio, Alexandre e della giovane Clemence (che ricorda tra l’altro l’arguzia vitale di tante fanciulle rohmeriane), in cui le battute e gli sguardi in macchina esibiscono di nuovo il meccanismo.

E’ un cinema della modernità quello di Rivette, del tutto disinteressato all’occultamento del mezzo che il cinema postmoderno e comunque contemporaneo recupera da quello classico; porta avanti l’esibizione stessa del ruolo dell’arte, lasciando confluire all’interno delle proprie pellicole gli altri linguaggi, come ultimamente ne La duchessa di Langeais, dove i pavimenti scricchiolanti e le inquadrature frontali richiamavano il gioco teatrale, qui sostituito da uno spettacolo circense che è però minimalista (un piccolo tendone, pochi artisti) e di cui viene mostrato un momento essenzialmente teatrale, con i clown-attori comici-mimi.
Ma è soprattutto un cinema, quello proposto nelle ultime pellicole dell’autore, che indaga aul rapporto tra verità e immaginazione secondo modalità di volta in volta rinnovate. L’eleganza e la leggerezza di un maestro del cinema sono intatte eppure si ha l’impressione che le vette di intensità del bellissimo Storia di Marie e Julien siano lontane dall’essere raggiunte.
Se come opera teorica, come piccolo pamphlet filosofico/estetico, 36 vues du Pic Saint Loup prosegue il discorso di Rivette con il felice parallelismo tra equilibrio fisico ed emotivo, ci pare pecchi un po’ di umanità nella narrazione dei conflitti interiori di Kate, che sembrano in parte sacrificati all’aspetto concettuale.


CAST & CREDITS

(36 vues du Pic Saint Loup); Regia: Jacques Rivette; sceneggiatura: Jacques Rivette, Pascal Bonitzer, Christine Laurent, Shirel Amitay, Sergio Castellitto; fotografia: Irina Lubtchansky; montaggio: Nicole Labtchansky; interpreti: Jane Birkin (Kate), Sergio Castellitto (Vittorio), André Marcon (Alexandre), Julie-Marie Parmentier (Clemence); musiche: Pierre Allio; produzione: Cinemaundici, Alien Produzioni, Pierre Grise Productions, France 2 Cinéma, Rai Cinema; distribuzione internazionale: Le film du Losange; distribuzione italiana: Bolero Film; origine: Francia/Italia 2009; durata: 84’


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