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Religions in Rome

Pubblicato il 27 settembre 2017 da Sabrina Mascellari
VOTO:


Religions in Rome

Un elegante signore prega davanti alla croce di Cristo in una delle tante, meravigliose chiese di Roma, mentre una giovane donna si appresta a recitare il daimoku buddista accendendo le candele del suo appartamento e impugnando un mālā. Un ragazzo musulmano compie le abluzioni prima di entrare nella moschea e inginocchiarsi, e un altro, ebreo, si reca in sinagoga dopo aver compiuto la preghiera mattutina indossando i tefillin del braccio e della testa. Ognuno ha il suo Dio, il suo Credo, il suo rituale e i segni che lo caratterizzano. Chi sono, cosa fanno e quali sono loro i nomi? Non è dato sapere. Sappiamo solo che professano quattro religioni diverse e sono buoni amici perché, dopo aver aver praticato ciascuno il proprio culto, si incontrano al Colosseo, simbolo delle antiche persecuzioni cristiane e metafora universale del martirio religioso.

Religions in Rome è il primo cortometraggio scritto, diretto e musicato da Tommaso Casigliani - produttore discografico e musicista pisano, classe ’72 - che in poco più di un minuto racconta una piccola e suggestiva storia sulle quattro grandi confessioni religiose: le tre monoteiste, Cristianesimo, Islamismo ed Ebraismo, e il Buddismo. Non solo. Il suo è anche un racconto sull’integrazione amichevole tra etnie e diverse religioni in tempi in cui questi temi sembrano essere diventati cupi e forieri di urticanti sentimenti di diffidenza e allarmismo.
Ellittico, senza fronzoli e girato con lo stile del videoclip, il cortometraggio, che ha aperto il Festival di Lampedusa tenutosi lo scorso agosto, si caratterizza per il bel commento musicale, perfettamente sincronizzato con le immagini ben montate, e ben “fotografate”, che in qualche passaggio ricordano le atmosfere di “Cuore sacro” di Özpetek. La totale mancanza di uno sviluppo narrativo e di dialoghi fa pensare più a un trailer che non a un film compiuto e può sembrare un limite del racconto; in realtà è il suo punto di forza perché rappresenta la cifra e lo stile voluti dall’autore. Lo abbiamo incontrato a Roma e questo è quanto ha raccontato a Close-Up.

Come è nata l’idea di girare un cortometraggio sul tema delle religioni?

L’idea di raccontare le quattro religioni più grandi con la loro interazione è nata dal fatto che i diversi attentati che stiamo vivendo riguardano il problema religioso e l’integrazione. Il mio fine era quello di raccontare il fatto che in una città come Roma potessero coesistere quattro religioni, con una chiusura sull’interazione e l’amicizia: raccontare quindi l’integrazione.

Che rapporto hai con la religione?

Ho un ottimo rapporto con la religione: pratico la religione buddista. Penso sia fondamentale credere in “qualcosa”, qualunque sia il tuo Dio, e, soprattutto, credere nel fatto che possa esistere qualcosa di più “grande” che vada oltre le piccole schermaglie che ci sono tra gli esseri umani: qualcosa che possa legare tutti gli uomini al di là del Dio e del Credo professato.

Girerai altri cortometraggi?

Se girerò altri cortometraggi è una domanda che mi pongo spesso e sicuramente potrà nascere una nuova produzione. Parto da un presupposto che si utilizzava una volta per produrre: se c’è un’idea la giriamo! Oggi, purtroppo, abbiamo la situazione contraria, nel senso che ci sono persone che si siedono intorno a un tavolo, decidono che devono girare qualcosa e solo dopo costruiscono l’idea. Se uno ha un’emozione, un’ispirazione, se uno ha un qualcosa da raccontare è giusto che si sieda, lo scriva e provi a girarlo. Oggi il marketing e la visione consumistica di un prodotto artistico crea un indebolimento dei contenuti. Ho avuto quest’idea e ho cercato di raccontarla nel miglior modo possibile…spero di esserci riuscito. Ho voluto fare un esercizio di sintesi: raccontare in pochi minuti una storia tagliando tutto il superfluo. Penso sia importante lavorare in questa direzione perché la nuova distribuzione è rappresentata dai Social che hanno bisogno di contenuti brevi, fruibili, immediatamente condivisibili e con la possibilità di esprimere un concetto e di dare emozioni in un tempo molto ristretto. Le nuove generazioni hanno bisogno di un impatto immediato.

Religions in Rome è stato girato con una fotocamera digitale Canon EOS 7D e montato con Final Cut. Nessun mezzo produttivo straordinario o strumento tecnologico strabiliante, quindi, per lanciare un semplice e diretto messaggio di pace e ricordare che, come sosteneva Gandhi, “Guardiamo alle religioni come alle mille foglie di un albero, ci sembrano tutte differenti, ma tutte riconducono a uno stesso tronco”.

Tweeting: Piccola e suggestiva storia di un minuto sull’amicizia e l’integrazione razziale e religiosa.

Where to: Su YouTube o sul sito web di Tommaso Casigliani.


(Religions in Rome); Soggetto, regia, sceneggiatura: Tommaso Casigliani; montaggio: Arcangelo Pugliese; interpreti: Eleonora Ricci, Giacomo Ricci, Daniel Gai, Alam MD Maruful; musiche e arrangiamenti: Tommaso Casigliani e Fabrizio Sciannameo; produzione: danda srl; origine: Italia, 2017; durata: 1’,32’’


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