RFF 2008 - The King of Ping Pong – Concorso

Ancora una volta l’adolescenza e i problemi che essa porta e comporta formano il nucleo narrativo di questo piccolo film svedese che, ambientato in una buia e gelida cittadina di nome Umeå, mette in risalto la cattiveria e la meschinità del periodo adolescenziale. I riflettori vengono puntati su un ragazzo con gravi problemi di obesità che viene deriso e picchiato da tutti, eccezion fatta del suo fratellino, di un paio d’anni più piccolo, il quale, nonostante qualche battibecco, lo vede come un esempio da seguire e una ragazza alquanto strana che va sempre in giro con dei fogli da disegno. L’unico posto in cui Rille, questo il nome del protagonista, si sente a proprio agio con se stesso è nella sala da ping pong della scuola, dove non solo si diletta a giocare e a vincere contro i bambini più piccoli, ma si sente una sorta di custode abusivo. Col ping pong i suoi chili di troppo sembrano tramutarsi in ali di farfalla e la sua debolezza diventare forza e determinazione. A casa i due ragazzi vivono una situazione piuttosto complessa: la madre, anch’essa obesa, è divorziata e sta cercando di mettere in piedi un salone di bellezza per portare avanti la famiglia da sola, mentre il padre è un alcolizzato inaffidabile che pur volendo bene ai suoi figli, non riesce a passare del tempo con loro. Proprio in uno di quei rari giorni in cui Rille e Rick trascorrono delle ore col padre, il primo comincia a sospettare che lui non sia il figlio naturale di quest’ultimo e da questo momento in poi il film che fino a questo momento si erra mosso nei canoni della commedia, diventa un drammone esistenziale che comunque finirà con un banalissimo lieto fine, rovinando i pochi spunti interessanti che aveva sviluppato.
Il trentaquattrenne Jens Jonsson è al suo secondo lungometraggio, dopo aver girato Linerboard (2006) e ben nove cortometraggi. Con The King of Ping Pong cerca di focalizzare l’attenzione sul rapporto amore/odio tra due fratelli e la difficoltà universale del crescere serenamente senza rispecchiare alcuni termini fisici. Purtroppo, però, il film finisce col mettere troppa carne al fuoco, ribalta continuamente situazioni e mischia generi, portando lo spettatore verso un’inevitabile confusione e la fastidiosa sensazione di essersi seduto davanti ad un piatto di minestra riscaldata. Il che è un vero peccato, perché non solo gli attori sono molto bravi e sia la fotografia che i movimenti di macchina sono molto belli e coinvolgenti, ma per lunghi tratti sembrava aver messo in scena un piccolo capolavoro in cui, però, alla fine, tutti i “cattivi” diventano buoni e quest’ultimi rimangono tali, trasformando il tutto in una vecchia e smielata commedia disneyana.
Vanno comunque sottolineate alcune trovate molto divertenti, come i disegni della ragazzina che ritraggono uomini dal fisico scultoreo con peni enormi o in pose ad alto contenuto erotico o le scorribande che i due ragazzi fanno col padre ubriacone.
(PingPong-Kingen); Regia: Jens Jonsson; sceneggiatura: Jens Jonsson, Hans Gunnarsson; fotografia: Askild Vik Edvardsen; montaggio: Kristofer Nordin; musica: Martin Willert; interpreti: Jerry Johansson, Hampus Johansson, Ann-Sofie Nurmi, Georgi Staykov, Frederik Nilsson; produzione: Bob Film Sweden AB; origine: Svezia, 2007; durata: 107’.
