RFF 2008 - Years When I Was a Child Outside - Concorso

È una storia assai personale quella raccontata da John Torres nel suo Years when I was a child outside. Forse anche per questo l’opera risulta più che complessa da decifrare ed è alquanto ostico accostarcisi.
Dopo Todo Todo Teros, suo lungometraggio di esordio, il regista filippino, uno dei più talentuosi della sua generazione, concentra il nuovo lavoro sulla figura paterna. Il rapporto tra i due varia quando il padre, autore di racconti di successo caduto in rovina, rivela di essersi creato un’altra famiglia. In questo momento Torres decide di andare via di casa iniziando un viaggio che ben presto si rivela fondamentalmente un cammino esistenziale. Inutile procedere oltre in una sorta di sinossi perché il film nega la possibilità di essere raccontato.
Il percorso fatto dal regista procede secondo esperienze personali, intime riflessioni, accostamenti visivi e simbolici tra loro dissonanti. Il tutto spesso guidato dalla voce off di Torres che declama caleidoscopici poemi. È un film sperimentale proprio perché cerca di trovare, a nostro avviso senza riuscirci, un legame forte tra immagini e verbo, caratterizzando alcuni passaggi con scelte registiche che, per quanto volute ed estremamente sentite, risultano inconsistenti ai fini del racconto se non profondamente disturbanti.
Così il respiro del film non raggiunge mai un’adeguata ampiezza ed il tempo sembra dilatarsi ben oltre i cento minuti effettivi. L’impressione è che questa sorta di trasposizione in immagini, di quello che, in fin dei conti, un vero e proprio diario, non riesca proprio perché troppo intimo è l’argomento trattato ed il modo in cui esso è rappresentato.
Non basta concentrarsi su di una narrazione che può anche offrire spunti interessanti (circa soprattutto il linguaggio cinematografico con l’uso “sgrammaticato” del montaggio) per trovare una reale chiave interpretativa del film. Tanti sono i sentimenti evocati ed esplicitamente toccati da Torres. Lui stesso si avventura in una elegia sull’amore dai contenuti quantomeno retorici e dall’esito abbastanza interlocutorio.
Si avverte che l’opera nasce come esigenza, come una sorta di autoanalisi necessaria alla rielaborazione di un trauma di cui non si scorge la cicatrice. Resta tangibile lo sguardo di un regista che, per quanto giovane, procede spedito verso la definitiva maturità. Al contempo, però, è lecito interrogasi sulla effettiva consistenza e qualità del film. Non è sufficiente una originalità, anche questa da verificare sino in fondo, della messa in scena per giustificare interamente un lavoro che, ripetiamo, solleva molti più dubbi che giudizi positivi. Saranno poi i giurati a decidere. Certo è che qualcosa di meglio in concorso è fortunatamente passato.
(Taon noong ako’y anak sa labas) Regia: John Torres; sceneggiatura: John Torres; fotografia: John Torres; montaggio: John Torres, Ruelo Lozendo; musica: Makiling Ensemble, Khavn; interpreti: Donna Miranda, Ian Lomongo, Chico Pace, Mario Lim; produzione: John Torres; origine: Filippine 2007; durata: 100’.
