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Roma 2015 - Masterclass con Kelsey Mann - Il mondo Pixar e Il viaggio di Arlo

Pubblicato il 19 ottobre 2015 da Stefano Colagiovanni


Roma 2015 - Masterclass con Kelsey Mann - Il mondo Pixar e Il viaggio di Arlo

Alla fine, ogni dubbio è stato fugato: la Masterclass con Kelsey Mann, supervisore dello storyboard di Monsters University si è rivelato un successo su tutti i fronti. Perchè per la prima volta in assoluto qui a Roma è stata organizzata una retrospettiva completa sugli straordinari lungometraggi d’animazione digitale della Pixar, per l’impatto avuto da Kelsey Mann, presentatosi al pubblico del Teatro Studio Gianni Borgna, che lo ha accolto come una ospite misconosciuto, per poi congedarlo a suon di applausi degni di una star, nonchè per l’incantevole anteprima di alcune scene tratte dal nuovo film Pixar, Il viaggio di Arlo (The good dinosaur), previsto in uscita nelle sale italiane a partire dal 27 novembre.

Sono bastati pochissimi minuti a Kelsey Mann per presentarsi e sciogliere il ghiaccio. Affabile ed educato, armato di computer portatile e del giusto quantitativo di senso dell’umorismo, Mann ha aperto il dibattito raccontando una storia, la sua storia, di come fu scartato agli inizi della carriera proprio dalla Pixar, della tenacia di non gettare nel dimenticatoio i propri sogni e, anzi, continuare imperterriti a lavorare sodo per renderli reali: il trasloco a Los Angeles, il primo lavoro in uno studio commerciale, lo studio e la dedizione delle arti grafiche, i corsi serali nei weekend si sceneggiatura cinematografica e storyboard, i numerosi progetti, le idee nate per gioco e morte per necessità, fino alla consacrazione dei sacrifici di una vita, l’assunzione come sceneggiatore e collaboratore alla Pixar. Ho faticato non poco per arrivare alla Pixar, afferman Mann, E’ stato un percorso interessante da affrontare e poi, una volta dentro, mi sono reso conto che ciò che accomuna me e i miei colleghi è l’immensa passione per il mondo del cinema, non solo per l’animazione. Alla Pixar, Mann è riuscito ad allargare i propri orizzonti creativi e professionali, abituandosi a condividere il lavoro con tecnici e collaboratori ognuno specializzato in un settore differente, quanto necessario per la realizzazione dei lungometraggi animati. Io mi occupo principalmente dello storyboard ed è un’opportunità che mi permette di svolgere diverse funzioni, sempre in collaborazione con grafici, ingegneri e molti altri straordinari professionisti del settore. Tutti assieme abbiamo il compito di visualizzare sia a livello formale, che sostanziale, come potrebbe venir fuori il film su cui stiamo lavorando e non si tratta di un processo semplice, ma davvero impegnativo e ripetitivo...non ci stanchiamo mai di spezzettare il nostro lavoro e ricominciare come se dovessimo farlo dal principio ogni volta.

Il contributo di Mann durante la Masterclass ha incluso diverse dimostrazioni e spiegazioni in merito a tecniche di creazione dei lungometraggi in digitale, nonchè di alcuni dei più importanti strumenti per lavorare in computer grafica. Una serie di accenni mirati, senza mai andare troppo nello specifico, per non perdere il filo del discorso, offerti al pubblico con accuratezza e semplicità, rendendoli accessebili per gli addetti ai lavori e per i più giovani. Quel tanto necessario per arricchire la presentazione e introdurre la portata principale da dare in pasto ai fan più smaniosi: un footage (un’anteprima, per l’appunto), di alcune sezioni di sequenze del nuovo film dello studio Pixar, Il viaggio di Arlo. Noi della Pixar partiamo sempre da un concetto fondamentale, quello di creare diverse storie, basandoci sui "what if...", ovvero, cosa sarebbe successo se...! E, nel caso di Il viaggio di Arlo, ci siamo chiesti: cosa sarebbe successo se il meteorite che ha portato all’estinzione dei dinosauri, sfiorasse la Terra, anzichè colpirla? Poi, una volta compreso quale fosse il punto di partenza, abbiamo dovuto inventare una storia in grado di offrire personaggi interessanti, in un contesto che presentasse diverse sfumature. Ci piaceva l’idea di invertire i ruoli del rapporto cane-padrone, ed è quello che abbiamo applicato ai personaggi di Arlo e del suo amico Spot, un bambino di uomini delle caverne: nel film, Arlo è il padrone, mentre Spot il cane. E questa è stata la parte semplice: poi è toccato sviluppare la storia, tutti i personaggi e creare un background per ognuno di loro. Il viaggio di Arlo presenta un qualcosa di unico nel suo genere.

Nel film assistiamo alla tragedia esistenziale di Arlo, un innocente dinosauro, che finisce col perdere la strada di casa, ritrovandosi da solo e spaventato in un mondo vasto e selvaggio, a lui completamente sconosciuto; durante il suo viaggio, Arlo incontra un piccolo cavernicolo che chiamerà Spot e tra i due si instaurerà da subito un forte legame d’amicizia. Il viaggio che Arlo intraprende per ritrovare la via di casa è un viaggio di formazione, alla scoperta di se stesso e del mondo che lo circonda, perchè se all’inizio Arlo appare spaventato dalla natura che lo circonda, con il trascorrere del tempo, accumulando esperienze e conoscendo altri dinosauri e bestie selvagge amici o nemici, inizierà a osservare il mondo con sguardo diverso, affrontandolo non più con timore, ma guidato dallo stupore, dalla curiosità e dalla meraviglia. Inoltre, il rapporto con Spot lo aiuterà a guardare dentro di sè, scoprendo lati del tutto nuovi del suo carattere, riuscendo perfino a comprendere meglio gli individui con i quali interagisce. Crescita, la scoperta del mondo, amicizia, rispetto, affetti domestici. Sono queste le fondamenta sulle quali è stato realizzato Il viaggio di Arlo e sono bastati pochi minuti per farcene innamorare: la sequenza nella quale Arlo cade in un fiume e dopo essere trasportato via dalla forte corrente, batte la testa contro un masso, perdendo conoscenza e risvegliandosi lontano da casa; una scorrazzata notturna in un prato coperto di lucciole nel quale Arlo e Spot confideranno l’un l’altro l’amore per i propri genitori, in una sequenza da far venire gli occhi lucidi; lo spassoso incontro con un gruppetto di tre Tirannosauri e il tentativo di cacciare una mandria di bufali dalla lunghe corna; e, per finire, la corsa di Arlo e Spot lungo le rive di un lago, accompagnati da uno stormo di gabbiani, in un momento di pura gioia ed euforia. Tutti frammenti pregni di quella magia che solo la Pixar riesce a infondere in ogni (capo)lavoro.

E quando Kelsey Mann non sembra avere più nulla da dire, resta giusto il tempo per un lungo e accalorato applauso di congedo. Grazie, mr. Mann. Dal canto nostro, non vediamo l’ora di correre a vedere Il viaggio di Arlo. Non potrebbe essere altrimenti.


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