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Rossellini anno dieci: festa a Maiori

Pubblicato il 9 novembre 2009 da Mario Bove


Rossellini anno dieci: festa a Maiori

Il Premio Rossellini, organizzato dall’associazione Maiori Film Festival diretta da Luigi Ferrara, ha spento la decima candelina per la manifestazione intitolata al maestro del Neorealismo italiano, Roberto Rossellini. Presieduto dal figlio maggiore Renzo, il premio segue ogni anno un tema diverso sotto il nume tutelare dell’opera rosselliniana, offrendo uno sguardo critico su temi di rilevanza sociale. Le proiezioni e gli ospiti internazionali, che usualmente si alternano nei primi scorci d’autunno nella cittadina della costiera amalfitana, propongono da dieci anni un’occasione di dibattito e riflessione sull’odierna società. Questa edizione, svoltasi dal 19 al 24 ottobre, ha puntato l’attenzione sul Cinema al femminile, analizzando la complessità e la forza delle donne soprattutto in quei contesti dove le costanti di vita per chi è moglie, figlia o sorella sono la violenza, i maltrattamenti, la sudditanza psicologica e la scarsa considerazione. Esistenze percosse dalla quotidianità le cui storie intessono un unico filo rosa fra Europa, Sud America e Medio Oriente.

Sette i film editi ed inediti mostrati al pubblico: Angela di Roberta Torre, il documentario Madres de Plaza de Mayo di Carlos Ponzato sul movimento delle madri dei desaparecido argentini, Nella città l’inferno di Renato Castellani e El patio de mi carcèl della spagnola Belén Macìas, due storie che penetrano nel dramma delle carceri femminili, Il canto di Paloma della peruviana Claudia Llosa, per finire con le opere pluripremiate Kadosh di Amos Gitai, regista israeliano già protagonista nelle scorse edizioni del festival, e Il Cerchio di Jafar Panahi. Insieme agli incontri serali, il Maiori Film Festival ha voluto coinvolgere anche le ultime classi dell’Istituto Tecnico per il Turismo di Maiori con alcune matinee ed un laboratorio per la realizzazione di un corto prodotto dai ragazzi.

Dalla visione delle pellicole e dai dibattiti tenuti con gli ospiti durante l’ultima serata, il cinema al femminile accusa senza mezzi termini il mondo islamico integralista, dove le donne sono costrette a sottostare a numerose regole di presunta origine religiosa che spesso non sono altro che la persistenza di un sistema di mortificazione e controllo della coscienza femminile. Non è da meno la parte occidentale del globo in cui i diritti delle donne sono negati sia in quanto mogli brutalizzate dai mariti, sia come lavoratrici sfruttate e molestate o come madri a cui sono stati uccisi i figli. E’ donna la voce che grida nelle manifestazioni delle madri argentine di Plaza de Mayo, che piange sotto le frustate in Pakistan o che viene soffocata da un colpo di pistola durante una manifestazione in Iran.

La premiazione

Sullo schermo della sala che ospita la serata di premiazione del Maiori Film Festival il 24 ottobre, si alternano immagini di volti noti e meno noti, scavati dal tempo, dalla sofferenza ma anche luminosi di forza interiore e determinazione. Fra queste, i ritratti delle premio Nobel Madre Teresa di Calcutta, Rita Levi Montalcini, Rigoberta Menchu e San Suu Kyi, donne che hanno segnato la storia con le loro azioni ed il loro pensiero, accolte da un caloroso applauso. A chiudere il breve filmato d’introduzione, le celeberrime Audrey Hepburne, Sofia Loren e le muse rosselliniane Anna Magnani e Ingrid Bergman, famose in tutto il mondo per la loro bellezza e capacità di emozionare. Renzo Rossellini ha voluto includere fra le grandi donne anche sua madre, Marcella De Marchis Rossellini, recentemente scomparsa. Per testimoniare la grandezza di quella “piccola donna così timida e minuta”, ha condiviso con il pubblico un aneddoto risalente alla seconda guerra mondiale quando, nella Roma assediata e distrutta dalla guerra, la madre ebbe la forza di occupare una casa per dare un tetto ai propri figli.

L’incontro entra nel vivo con la proiezione di un corto realizzato dai ragazzi dell’Istituto Tecnico per il Turismo di Maiori. La scuola e l’associazione Maiori Film Festival stanno portando avanti una collaborazione che coinvolge gli studenti in un progetto dal titolo La Divina Costiera, itinerari cinematografici. Lo scopo è duplice: far conoscere i film che hanno immortalato la costiera ed avvicinare gli studenti al linguaggio audiovisivo, offrendo loro un ulteriore strumento professionale. Con una durata di tre anni, l’iniziativa prevede la realizzazione di un documentario promozionale della Costiera Amalfitana che verrà utilizzato dai promoter locali. “Il turismo oggi”, come ha più volte sostenuto Luigi Ferrara, “non è solo qualità dell’ospitalità o ricettività in termini di posti letto, ma è soprattutto promozione. E’ su questo asset fondamentale” ha proseguito il presidente “che bisogna intervenire, fornendo ai ragazzi che studiano discipline turistiche uno strumentario pratico orientato all’audiovisivo, utile per promuovere il territorio. Questo è sicuramente uno dei contributi maggiori che il festival possa dare allo sviluppo della zona oltre che alla crescita professionale e culturale dei ragazzi…”.

Madres de plaza de mayo, memoria, verdade, justiça è la prima pellicola a ricevere gli applausi del pubblico ed il Premio Rossellini, una riproduzione in metallo di una caricatura di Federico Fellini raffigurante Roberto Rossellini. Il documentario dell’argentino Ponzato celebra il movimento delle madri dei giovani dissidenti politici argentini. In seguito alle proteste contro la dittatura, gli uomini vennero fatti sparire dal governo sudamericano a cavallo fra anni ’70 e 80 divenendo tristemente famosi come desaparecido, poiché svanirono senza lasciar traccia. Centinaia di donne, unite dal dolore e dal simbolo di un fazzoletto bianco che copre loro il capo, chiedono da anni che sia resa giustizia per gli affetti sottratti, pretendono di sapere dove siano i loro figli, se siano vivi o morti e dove possano versare le pietose lacrime. Ma soprattutto queste donne caparbie smuovono l’opinione pubblica e le istituzioni affinché tutti i responsabili vengano giustamente puniti.

Il secondo riconoscimento della serata viene consegnato al primo lavoro di animazione realizzato in Palestina dal titolo Fatenah. E’ la storia di una donna araba che deve fare i conti con il cancro e tutte le difficoltà che incontra una donna in un paese fortemente patriarcale.

Si passa poi al secondo film selezionato per il festival El patio del mi carcél della regista Belén Macìas che racconta l’attività di una leva teatrale nata all’interno di un carcere femminile di Madrid. Si intrecciano storie di amicizia e umanità lì dove spesso l’umanità si perde venendo sepolta dalla violenza. Le protagoniste, impegnate impegno nella realizzazione di uno spettacolo satirico proprio sul mondo carcerario, riusciranno a trovare una nuova energia che permetterà loro di non abbandonarsi alla drammaticità della loro situazione.

Giunge poi il momento più toccante di tuta la manifestazione, il Premio Rossellini consegnato idealmente a Neda, la ragazza simbolo delle proteste scoppiate in Iran all’indomani delle ultime elezioni presidenziali. Giovane, bellissima e piena di vita, il mondo ha conosciuto Neda per quel breve ma atroce filmato rimbalzato sui mass media che l’ha ritratta agonizzante mentre dopo essere stata sparata alla gola dalla polizia governativa iraniana. "Il Premio Rossellini non è solo proiezioni e film", come ha commentato Renzo ricordando il pensiero del padre di un cinema come “arte utile” per l’accrescimento dell’individuo. E’ fondamentale ricollegarsi alla realtà, denunciare e non voltare lo sguardo, non essere indifferenti al cospetto della barbarie del mondo contemporaneo. E’ questo il senso del riconoscimento a Neda, anche se la giovane non apparteneva direttamente al mondo della celluloide.

Commovente è stato assiste alla lettura di una lettera di denuncia scritta dalla sorella di Neda. La carta, retta dalle mani tremanti di rabbia della presidentessa delle Donne iraniane democratiche in Italia Sharzad Sholeh e animata dalla voce rotta dalla commozione della donna, è una vibrante denuncia affinché il sacrificio della ragazza iraniana non resti solo un video crudele. Luigi Ferrara ha sottolineato come Neda sia stata realmente una martire per la libertà, fuor di ogni retorica ed ha invitato i presenti a tenere bene a mente la carica vitale ed il senso del gesto di una donna che ha sacrificato se stessa per poter esprimere il dissenso di un’intera generazione contro il governo integralista islamico. Sul palco anche Samar Minallah condannata a morte per un video che ha ripreso una diciassettenne flagellata dagli integralisti talebani in Pakistan.

La serata di premiazione prosegue con un “premio per le buone intenzioni” consegnato al regista e produttore americano Will Raee per la prossima realizzazione del film Girl Soldrier. Come già accaduto due anni fa per Gomorra, anche questa edizione ha voluto giocare d’anticipo su un lavoro ancora alla fase di pre-produzione e che porterà sullo schermo una tematica sociale di prima rilevanza. Girl Soldrier racconta una vicenda realmente accaduta in un villaggio africano in cui dei guerriglieri rapiscono un gruppo di ragazze con lo scopo di farne soldatesse senza scrupoli. L’autore, di origini iraniane, dopo una lunga militanza nella serialità televisiva, ha dichiarato di volersi impegnare su questo filone più “politico” ed attento alle tematiche sociali.

Renzo si accomiata dal pubblico del festival lanciando il tema della prossima edizione: Un mondo migliore. Sempre interpretando quelle che sono le istanze del pensiero paterno, il presidente della giuria ha auspicato che la popolazione mondiale si sensibilizzi presto in maniera efficace sulla questione ambientale e della convivenza civile. “La speranza sarebbe quella di non dover più fare un festival su un tema del genere perché non ce ne sarà più bisogno” è stata la battuta conclusiva del maestro Rossellini.



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