Rotterdam 2004 - Le jardin de papa

In una notte si concentra il dramma di una giovane coppia francese in viaggio di nozze in Africa. Il loro sogno d’amore, le fantasie letterarie sul continente nero, i ricordi del passato e la loro stessa relazione si frantumano. Basta far emergere i comportamenti irrazionali, mettere i dolci piccioncini in una situazione imprevista, ed ecco che gli antichi pregiudizi razzisti sono ancora tutti lì in bella evidenza. Marie e Jean, quest’ultimo aveva vissuto nella Repubblica Democratica del Congo da bambino, arrivano il giorno delle elezioni presidenziali, l’atmosfera è pesante (magari se avessero letto qualcosa in più su quel Paese sarebbero arrivati meglio preparati!). Già all’aeroporto si può intuire - quando Jean si ostina a contrattare il prezzo per il taxi perché così si fa in Africa - che piega prenderanno gli avvenimenti. Tra i due bisogna dire che Marie è priva dell’arroganza del marito. E sarà proprio lei, con la sua sensibilità e un senso di apertura verso una realtà diversa, ad acquisire un sguardo nuovo con il quale tornare nuovamente in Africa. Dopo molte ore riescono a prendere il taxi, ma l’autista investe un bambino, la rabbia e la violenza del quartiere esplode e la notte si trasforma in un incubo. I due francesi e il tassista (a sua volta in crisi con la moglie) si rifugiano in casa di una donna, che prendono in ostaggio. Zeka Laplaine è molto bravo a sfruttare l’oscurità come elemento drammaturgico, cioè quella impossibilità di vedere chiaramente per far salire la tensione, al tempo stesso la riduzione del campo visivo dei protagonisti (con inquadrature strette) diventa funzionale alla loro perdita di orientamento. Chiusi in quella casa, stretti in stato d’assedio, sono loro stessi prigionieri. Marie scoprirà in questa circostanza il lato nascosto del marito. Infatti Jean si rivela essere un convinto razzista come il padre, un vecchio colonialista che considerava l’Africa come il “giardino di Francia”. Attore, scrittore e regista, il congolese Laplaine è al suo terzo lungometraggio, ed ha già in preparazione un documentario dal titolo Après la gare, un ritorno autobiografico al tema delle duplici radici e dell’assenza.
[aprile 2004]
regia: Zeka Laplaine sceneggiatura: Zeka Laplaine fotografia: Jean-Marc Bouzou suono: Alioune M’Bow montaggio: Marie-Hélène Mora, Fanny Ficheux musica: Gilles Fournier interpreti: Rim Turki, Princess Erika, Akela Sagna, Laurent Labasse, Thierno Ndiaye Doss, Kader Diarra, Oubri G. Gbati, Nicaise Ndodine, Marie Avril, Omar Seck, Marie Madeleine Diallo produzione: Les Histoires Weba origine: Francia/Senegal, 2003 distribuzione: Les Histoires Weba formato: 35 mm, colore durata: 75’
