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Rush hour - Missione Parigi

Pubblicato il 28 maggio 2008 da Giampiero Francesca


Rush hour - Missione Parigi

Prendete un action movie orientale, i suoi balletti, le sue sparatorie, e aggiungeteci la comicità slapstick e non sense made in Usa. Il risultato è Rush Hour, missione Parigi. Giunti al terzo capitolo delle loro avventure Jackie Chan e Chris Tucker continuano a divertire con un ora e mezza di scatch, inseguimenti, scazzottate e humor.

Il marchio di fabbrica di Jackie Chan, quello strano cocktail di arti marziali e demenzialità ormai celeberrimo, rappresenta, a questo punto, una certezza. Dalle acrobazie dell’attore di Hong Kong ai coreografici combattimenti, dai giochi di parole agl’errori di scena montati nei titoli di coda, ogni elemento delle pellicole di Chan contribuisce a ricreare quell’atmosfera di puro divertimento che rappresenta il fulcro del suo successo. Non ce ne voglia Brett Ratner, tipico regista hollywoodiano in grado di spaziare da un Family man a X-man 3 e fautore dello splendido Prison Break televisivo, ma Rush Hour – missione Parigi, così come i suoi due predecessori sempre diretti da Ratner, è un film di Jackie Chan. Al di là del fortunatissimo abbinamento con Chris Tucker ogni elemento scenico, visivo, narrativo della pellicola deve tutto o quasi a Jackie. La fusione fra humor e arti marziali, ad esempio, vede la luce proprio grazie a Chan e a pellicole come Snake in the Eagle’s Shadow o Drunken master (Woo-ping Yuen, 1978). Da allora fino ad oggi i canoni di questo cinema hanno assunto caratteristiche sempre più riconoscibili tanto da trasformare il suo protagonista nel simbolo di un sottogenere cinematografico. La stessa ambientazione statunitense delle pellicole o il gioco continuo con gli stereotipi d’oltre oceano (e in quest’ultima fatica anche con quelli francesi) possono esser fatte risalire a film come Terremoto nel Bronx (Stanley Tong, 1995), ancora made in Hong Kong, ancora made by Chan. La ciliegina su una torta già molto gustosa, vera guarnizione preparata da Ratner, risulta dunque il perfetto equilibrio fra gli esuberanti Tucker e Chan. Armonia perfetta che fa dei Roush hour paradigmi di un buon buddy movie. Non farà riflettere, non avrà la forza evocativa e patetica di un film d’autore, ma come commedia ha centrato il bersaglio. Si ride, si ride di gusto.


CAST & CREDITS

(Id.); Regia: Brett Ratner; sceneggiatura: Jeff Nathanson; fotografia: J. Michael Muro; montaggio: Mark Helfrich, Billy Weber, Don Zimmerman; musica: Lalo Schifrin; interpreti: Jackie Chan, Chrus Tucker, Hiroyuki Sanada, Max von Sydow; origine: USA, 2007; durata: 90’


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