Schermi d’amore 2008 - Il y a longtemps que je t’aime

Una donna, Juliette, dal passato misterioso, segnata nel viso e nello sguardo, oppressa da 15 anni passati in prigione e da una colpa, aver ucciso il proprio figlio, imperdonabile. Una colpa tanto pesante da meritare l’oblio, la dimenticanza da parte della sua famiglia, di sua madre, di sua sorella. Un silenzio che cancella l’esistenza stessa di Juliette, che ne tramuta la sorella in figlia unica. Nonostante agli occhi della giustizia, dopo la detenzione, la donna abbia scontato la sua pena per la comunità, per la sorella, per il suo stesso cuore perdonare non è un’impresa facile.
E’ su questo principio che punta Il y a longtemps que je t’aime di Philippe Claudel, pellicola che apre la 12° edizione del festival Schermi d’amore di Verona. Colpa e perdono sono infatti i temi che animano i corpi e i volti delle persone che popolano questo film. Colpa e perdono in una società che deve far i conti con il reinserimento di una rea confessa, condannata per un crimine ingiustificabile, moralmente e umanamente imperdonabile. Colpa e perdono in una famiglia, che cerca di recuperare un rapporto nascosto da 15 anni di oscurità; per una sorella, che, in fondo, ha sempre voluto ricordare anche negli anni di silenzio; per una madre, che, per converso, proprio nella malattia, nell’oblio forzato, ha l’energia per ritrovarla. Colpa e perdono per una donna, costretta dalle circostanze a compiere un atto tanto grave, ma ciò nonostante incapace di assolversi. Anzi, fra tutti i caratteri che animano questa pellicola, è proprio la stessa Juliette a giudicare in modo inappellabile il suo reato. Ai suoi occhi non merita grazia, non merita felicità, non merita amore. Meritava e merita solo la prigione, solo l’oblio.
Tanto sarebbero forti, profondi i temi narrati tanto risulta lenta e pesante la mise en scene di questa pellicola. Spiace dirlo, ma i 117’ di Il y a longtemps que je t’aime risultano come bloccati, immobilizzati da una forma e da uno stile che ne anestetizzano le emozioni. Il continuo utilizzo della dissolvenza su nero, una regia mai particolarmente efficace, una struttura narrativa prevedibile e delle interpretazioni monodiche contribuiscono alla scarsa riuscita di questo film. Un film potenzialmente pieno di tematiche importanti, di pathos, di emozioni. Un film in potenza, ma di fatto, impotente.
Giampiero Francesca
(Il y a longtemps que je t’aime); Regia: Philippe Claudel; sceneggiatura: Philippe Claudel; fotografia: Jérome Almeras; montaggio: Virginie Bruant; interpreti: Kristin Scott-Thomas (Juliette), Elsa Zylberstein (Léa), Serge Hazanavicius (Luc), Laurent Grevill (Michel); produzione: UGCYM; origine: Francia, Germania 2007; durata: 110’
