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Segreti di famiglia

Pubblicato il 19 novembre 2009 da Salvatore Salviano Miceli


Segreti di famiglia

*Non un film ed un regista qualsiasi per l’apertura della Quinzaine des Réalizateurs. Rifiutando la prospettiva di un “fuori concorso” (proprio come successe con Apocalypse Now) Francis Ford Coppola porta il suo Tetro all’interno di una delle sezioni da sempre più interessanti ed importanti del Festival di Cannes.
Storia intima e per la prima volta scritta del tutto in solitaria dall’immenso Autore, il film racconta in modo assai personale i legami familiari attraverso il rapporto difficile e imprevedibile tra due fratelli (l’epilogo poi aggiungerà ancora un nuovo punto di vista) cui prestano il volto Vincent Gallo e il giovane Alden Ehrenreich (visibile e straordinaria la sua somiglianza con il primo Leonardo di Caprio). Quando si prende in esame il binomio famiglia-Coppola pare quasi inevitabile il rimando alla trilogia di The Goodfather, ma è lo stesso regista ad allontanare, piuttosto bruscamente, qualsiasi paragone denunciando semplicemente l’enorme differenza tra i film in oggetto e rivendicando l’assoluta originalità di questo suo ultimo lavoro.
Tutto quello che si vede nel film non è mai successo ma è assolutamente vero. Possiamo partire da questa frase che Coppola affida alla stampa per accostarci ad una pellicola che sicuramente mostra la personalità del suo Autore, la stretta e decisiva attenzione con cui ha mostrato di sapere esplorare non solo quella particolare relazione che corre tra membri di una stessa famiglia, ma, più in generale, il rapporto tra esseri umani. Tetro procede in un bianco e nero di assoluta eleganza, aprendosi al colore solo in rari e decisivi, ai fini della comprensione, flashback, capovolgendo così la consueta percezione che vede il colore mezzo della contemporaneità ed il bianco e nero tramite del passato. La raffinatezza della messa in scena così come l’accurata costruzione emotiva, in cui i rapporti tra i personaggi sembrano sempre sul punto di deflagrare per poi “nervosamente” ricomporsi, hanno un gusto fortemente cinematografico.
Si percepisce la voglia di Coppola di giocare con il mezzo, di affrontare l’ontologia del cinema per restituirla in immagini. Le frequenti pause narrative, che lasciano il posto a sequenze oniriche e fortemente simboliche, spezzano la monotonia del racconto inserendo un sottotesto di cui non si può fare a meno per rintracciare quell’insieme di emozioni e sentimenti di cui il film si nutre. Criticamente è impossibile ricondurre alla dicotomia bello-brutto l’analisi di Tetro (operazione questa che si dovrebbe compiere sempre ma che nello specifico è praticamente imposta).
Talmente personale è lo stile scelto da Coppola, non è un caso che per la prima volta nella sua lunga carriera la sceneggiatura ed il soggetto siano a sua unica firma, che Tetro probabilmente vivrà nei gusti del pubblico seguendo la retorica dialettica tra amore e odio. C’è chi rimarrà folgorato dall’intimità dei rapporti narrati, dalla splendida suggestione che la fotografia è in grado di produrre così come dalla maturità di tutti i suoi interpreti (da ricordare anche la prova di Maribel Verdù). Contemporaneamente ci saranno i delusi, chi si aspettava un Coppola più deciso e meno prolisso, in grado di non lasciarsi trasportare troppo dal peso emotivo del racconto virando verso una rappresentazione più potente e meno autoriflessiva.
A noi il film ha lasciato un sapore indefinibile, sintesi tra la bellezza di alcune sequenze, di certi dettagli che sanno di un cinema antico ma inossidabile, dello sguardo di un regista che riesce ad intuire prima di tutti come dare vita ad una storia per immagini, e di un senso di spossatezza per una emotività che trascina solo a tratti. Non è comunque difficile riconoscerne la paternità e ancora una volta applaudire, magari meno convinti del solito, l’arte ed il genio di uno dei più grandi narratori della settima arte.

* Il pezzo è stato redatto dopo la proiezione in anteprima tenutasi al recente Festival di Cannes


CAST & CREDITS

(Tetro) Regia, soggetto, sceneggiatura: Francis Ford Coppola; fotografia: Mihai Malaimare Jr.; montaggio: Walter Murch; musica: Osvaldo Golijov; interpreti: Vincent Gallo (Tetro), Alden Ehrenreich (Bennie), Carmen Maura (Alone), Maribel Verdù (Miranda), Klaus Maria Brandauer (Carlo); produzione: American Zoetrope; distribuzione: Bim distribuzione; origine: Usa, Argentina, Spagna, Italia; durata: ‘127;


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