SEHNSUCHT (DESIDERIO)

Quasi come una piccola leggenda locale, i bambini di un paesino del Brandeburgo raccontano la storia: un uomo amava tanto sua moglie, ma poi ha conosciuto un’altra donna e si è innamorato di lei. Non sapendo quale scegliere, si è sparato un colpo con un fucile ma è sopravvissuto e ha scelto una delle due. Quale? Non lo sapremo mai.
Valeska Griebach, premiata nel 2001 a Torino per Mein Stern (La mia stella), delicata storia di passioni adolescenziali, torna ad affrontare con levità e lavoro di cesello il tema tutt’altro che facile dell’amore, visto come il sentimento devastante della più pura tradizione “romantica” (intesa come corrente letteraria).
Non è infatti un caso che questa piccola storia di provincia si apra con un duplice suicidio: un uomo e una donna usciti volontariamente di strada con la loro auto per morire insieme. Come Romeo e Giulietta, osserva Ella, sposa-bambina del fabbro Markus che conosce dall’infanzia, entrambi innamorati e incapaci di mentirsi, come in quelle favole dove coppie di bambini vivono in paradisi terrestri, incontaminati dalle brutture del mondo o nelle novelle tedesche del Settecento dai personaggi archetipici (l’Innamorato, la sua Amata). Il loro, tuttavia, è un amore anche fisico, che alla tenerezza dei silenzi alternati a dichiarazioni d’amore (“farei tutto per te” dice semplicemente Markus) unisce poi la fisicità e la passione.
A spezzare l’incanto di questo locus amenus innanzitutto mentale, una trasferta di Markus, per un corso di aggiornamento come volontario dei pompieri, durante la quale, con altrettanta naturalezza sboccia un sentimento non dissimile per la cameriera Rose, che non intacca però l’amore per Ella ma porta al tentato suicidio.
Girato in presa diretta con attori non professionisti, dopo mesi di ricerche e di incontri con la popolazione della zona che sono stati soprattutto una grande esperienza umana, Sensucht è un piccolo capolavoro di autenticità, che non ha paura della apocalittica sacralità dei sentimenti umani, per quanto espressi da “piccola gente”. Il suo stile dimesso e apparentemente piano si parcellizza invece in un montaggio quasi impercettibile eppure in continuo movimento come gli stati d’animo umani, più vicino ai Dardenne che a Rohmer.
Regia e sceneggiatura: Valeska Griebach; Fotografia: Bernhard Keller; Montaggio: Bettina Böhler, Valeska Griebach, Natalie Barrey; Interpreti: Andreas Müller, Ilka Welz, Anett Dornbusch; Produzione: Peter Rommel Productions; Durata: 88’; Origine: Germania 2005.
