SOLZNE - IL SOLE

Dopo Moloch (1999) e Taurus (2000) dedicati rispettivamente alla figura di Hitler e a quella di Lenin, Sokurov porta avanti il suo progetto di una tetralogia sui grandi dittatori del novecento (o meglio “solo i più interessanti tra loro”) con Solzne, un ritratto senza precedenti dell’imperatore giapponese Hirohito, colto nel cruciale periodo tra il 1945 e il 1946. Considerato sino ad allora una divinità, l’imperatore rinuncia al suo status trasformandolo in quello più umano di “simbolo dello stato di unità del paese” e accoglie tutte le decisioni degli occupatori americani per risparmiare al suo popolo ulteriori sofferenze. Così almeno riporta il press-book che prima di mettere l’aureola di santo a Hirohito, avrebbe potuto riflettere un po’ sulla concezione del potere in Giappone, in passato come oggi, e meditare soprattutto sull’alleanza con Hitler durante la seconda guerra mondiale. Per fortuna, Sokurov ci risparmia le certezze assolute del suo ufficio stampa e, anche se elimina gli aspetti più grotteschi che caratterizzavano per esempio Moloch, traccia un’immagine dell’imperatore molto più ambigua e sfumata in bilico tra il burattino, prigioniero degli esasperanti cerimoniali di corte, e l’astuto e ironico politico che glissa con grazia alle domande del generale americano sui rapporti con il Terzo Reich. Oltre a questo, emergono aspetti inediti e curiosi come la sua passione per la biologia marina, per la poesia e l’arte, la sua aria di piccolo gentiluomo dimesso che nell’immaginario dei soldati americani è più simile a Charlie Chan che ad un sanguinario dittatore, a dimostrazione che in Giappone gli aspetti più fortemente legati alla tradizione prevalgono sulle nuove tendenze politiche filo-fasciste. Girato con ritmi orientali e un cast tutto giapponese su cui spicca Issey Ogata per la bravura con cui suggerisce i tic nevrotici dell’imperatore, e ambientato in un’atmosfera onirica nei colori del seppia, del grigio e di un verde da acquario, in cui il buio domina anche negli esterni sia di giorno che di notte con una luna metallica che non serve a rischiarare, Solzne è sicuramente uno dei migliori film visti in concorso alla Berlinale e conferma Sokurov come uno dei più interessanti, innovativi e coraggiosi cineasti contemporanei. Se mai di una simile conferma ci fosse ancora bisogno.
[febbraio 2005]
Incontro con Aleksandr Sokurov. Roma, 17 novembre 2005.
regia: Aleksandr Sokurov sceneggiatura: Jurij Arabov fotografia: Aleksandr Sokurov montaggio: Sergeij Ivanov musica: Andreij Sigle interpreti: Issey Ogata, Robert Dawson, Kaori Momoi, Shiro Kano produzione: Nikolafilm durata: 110’ origine: Russia, Italia, Francia, Svizzera 2004
