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Submarino - Berlino 2010 - Concorso

Pubblicato il 13 febbraio 2010 da Giovanella Rendi


Submarino - Berlino 2010 - Concorso

Il titolo si riferisce ad un tipo di tortura che consiste nel tenere sott’acqua la testa di una persona quasi fino al punto di affogare. Ed è proprio così che vivono i due fratelli protagonisti dell’ultimo film del danese Thomas Vinterberg, sin dall’infanzia passata ad incassare con volto impassibile gli schiaffi di una madre alcoolizzata e altrimenti assente, a rubare nei supermercati per sopravvivere, marchiati a fuoco dal senso di colpa per la morte del fratellino neonato Martin, affidato alle loro affettuose ma inesperte cure. Una vita così non può che continuare sotto l’acqua, sempre nel tentativo di non lasciarsi travolgere, di continuare una lunghissima e dolorosa apnea, non tanto nella speranza che le cose possano cambiare, ma semplicemente perchè i due fratelli hanno da subito imparato a sopravvivere. Molto uniti nell’infanzia, si perdono di vista, prendono strade ovviamente in salita e destinate al fallimento, ma non prive di una sorta di dignità. Sarà per la morale protestante che domina i comportamenti lassù al nord, ma nessuno dei due cerca di giustificare il proprio fallimento dando la colpa ad una madre comunque odiata (e che peraltro nel film si vede solo qualche istante) e soprattutto nessuno dei due coinvolge altre persone, trascinandole nell’abisso marino del proprio fallimento esistenziale. Sia il maggiore, Nick, appena uscito di prigione per violenza (causata dal trauma dell’abbandono da parte della donna amata), brutale e dedito all’alcool, sia il secondogenito stranamente anonimo (Nik lo chiama continuamente “fratellino”), vedovo, tossicodipendente e padre di un bambino piccolo, nel loro percorso in salita cosparso di sciolina non perdono mai il senso della tenerezza: il senso di responsabilità genitoriale che si sviluppa in loro dalla prima infanzia e riversandosi con amore sul fratellino neonato, con il tempo si tramuta in un ruvido ma forte senso di protezione verso le persone che li circondano. Così per il “fratellino” il suo amato figlioletto Martin, che neanche la droga riesce a strappargli dal cuore e dalla mente, così per Nick il fratello ritardato della sua ex Ana, per salvare il quale si lascia accusare di omicidio, e il bambino della sua sbandata vicina Sophie, che riconsegna spontaneamente al padre, cui lei lo aveva rapito pur essendo incapace di occuparsene.
Girato in una Copenhagen sordida, grigia e assolutamente irriconoscibile, Submarino ci mostra un mondo gelido, crudele e violento, ben lontano dal nostro immaginario di “Scandinavia (almeno economicamente) Felix”. Dai tempi di Dreyer è ben noto che la disperazione si annida laddove non esiste la certezza del perdono, ma meno di frequente il cinema del nord Europa ha mostrato un mondo così ai margini dell’opulenta società occidentale. Vinterberg, diversamente da altre sue opere (in particolare Festen) in cui si lasciava andare ad un certo morboso autocompiacimento nel mostrare segreti e bugie, razzismo e incesti che si nascondono dietro la superficie idilliaca della borghesia danese, questa volta opera una scelta antitetica, e ritrae gli abissi del proletariato degradato senza morbosità nè eccessive idealizzazioni pasoliniane, ma con enorme rispetto umano. La morte visita purtroppo questi bassifondi, ma omicidi, suicidi, molestie sessuali avvengono sempre lontano dallo sguardo dello spettatore, solo la morte del fratellino Martin viene mostrata in tutta la sua crudezza, lacerata dall’urlo di Nick bambino che,ormai indurito di fronte alla crudeltà degli adulti, non riesce ad accettare la soffrenza di una creatura amata e innocente.
In questo mondo “sottomarino” abbandonato da Dio e dalla fortuna non alligna però la disperazione né il “cupio dissolvi”, la morte di un genitore cattivo non è necessariamente una liberazione e la scomparsa di un padre amorevole non è la fine, perchè c’è sempre qualcuno che si occuperà con amore di un piccolo Martin.


CAST & CREDITS

Submarino Regia: Thomas Vinterberg; Sceneggiatura: Tobias Lindholm, Thomas Vinterberg, dal romanzo di Jonas T. Bengtsson; Fotografia: Charlotte Bruus Christensen; Montaggio: Valdis Oskarsdóttir, Andri Steinn Gudmundsson; Musica: Thomas Blachmann; Interpreti: Jakob Cedergren (Nick), Peter Plaugborg (il fratello di Nick/il padre di Martin), Patricia Schumann (Sophie), Morten Rose (Ivan), Gustav Fischer (Martin), Sebastian Bull (Nick da piccolo) Mads Broe (il fratello di Nick da piccolo); Produzione: Nimbus Film Productions Aps; Distribuzione: Thr match Factory; Origine: Danimarca 2010; Durata: 110’


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