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Tata Matilda - Nanny McPhee

Pubblicato il 7 aprile 2006 da Salvatore Salviano Miceli


Tata Matilda - Nanny McPhee

Dopo l’ottimo esordio del 1998 con Waking Ned (Svegliati Ned - t.i.), Kirk Jones torna a dirigere una commedia avvalendosi della sceneggiatura di Emma Thompson, principale protagonista della pellicola.
Nanny McPhee (Tata Matilda - t.i.) è un film dedicato ai bambini che fa della visionarietà della trama, dei caratteri dei personaggi e dell’uso di colori quantomai saturi il suo punto di forza. In realtà il film appare piuttosto carente sotto l’aspetto strutturale, appoggiandosi eccessivamente sull’ottimo trucco di Peter King (creatore del mondo fantastico de Il Signore degli Anelli) e su di una scenografia fin troppo sontuosa che necessiterebbe di una trama egualmente ben sviluppata per potere liberare tutto il suo potenziale espressivo.
La storia, infatti, non brilla per originalità. Tata Matilda impersona la salvezza, spirituale e materiale, di sette bambini pestiferi che scopriranno (è inevitabile, del resto, una chiosa morale) come l’educazione e la gentilezza siano le basi per la maturazione di ogni carattere e per la risoluzione di ogni problema. Tra scherzi al limite della crudeltà e punizioni conseguenti, la pellicola intrattiene per i suoi 97’ minuti senza, però, dare mai l’impressione di riuscire a creare un coinvolgimento emotivo pieno e giustificato e non riuscendo del tutto a creare quel processo empatico, nei confronti dei protagonisti, essenziale in un film che si rivolge alla famiglia e, soprattutto, ai bambini.
Le note di merito riguardano sicuramente il cast. Emma Thompson, imbruttita davvero tanto, presta il volto al personaggio principale riuscendo a dosare in modo lineare gli eccessi caricaturali che il ruolo le impone con una interpretazione mai troppo al di fuori delle righe per poterla definire falsata. Altrettanto bravi i bambini, quasi tutti alla prima esperienza cinematografica, e Colin Firth che, smessi i panni di corteggiatore della insopportabile Bridget Jones, interpreta qui il ruolo di padre disperato alle prese con sette figli letteralmente indemoniati. La presenza, poi, di Angela Lansbury nei panni di Zia Adelaide rappresenta un arricchimento per un cast che, in ogni caso, mette in mostra autorità e pertinenza.
Come detto, però, è proprio la trama a prestare il fianco alle critiche. La vicenda, infatti, sembra correre in modo assai frettoloso verso un epilogo piuttosto scontato, lasciando il dubbio che si sia puntato troppo su espedienti visivi e troppo poco sull’aspetto contenutistico che difficilmente riuscirà ad entusiasmare un pubblico, quello dei più piccoli, che mostra di essere, a ragione, sempre più esigente e che non pare accontentarsi più di un mondo costruito solamente sopra un’artificiosità che rivela, con troppa leggerezza, la sua natura posticcia.


CAST & CREDITS

(Nanny McPhee) Regia: Kirk Jones; soggetto: Christianna Brand; sceneggiatura: Emma Thompson; fotografia: Henry Braham; montaggio: Justin Krish, Nick Moore; musica: Patrick Doyle; scenografia: Michael Howells; costumi: Nic Ede; trucco: Peter King; interpreti: Emma Thompson (Nanny McPhee), Colin Firth (Sig. Brown), Angela Lansbury (Zia Adelaide); produzione: Universal Pictures, Working Title Films, Three Strange Angels, Studio Canal; distribuzione: Eagle Pictures; origine: Gran Bretagna; durata: 97’; web info: www.nannymcphee.co.uk.


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