Te voglio bene assaje: Sorrento chiama Caruso
Un viaggio, per quanto terribile possa essere, nel ricordo si trasforma in qualcosa di meraviglioso. La musica è un viaggio, e come tutti i viaggi, si compone di ricordi. Il 25 febbraio 1873 nasceva Enrico Caruso, un tenore che raccoglie ancora oggi, preziosi frammenti di memoria e ci porta ancora con sé, lontano nel tempo e nel mondo davanti al golfo di Surriento. Dalle emozioni del primo amore alla scoperta dell’America, dalle mura del Metropolitan alla New York degli anni zero del ventesimo secolo. Con la consueta leggerezza e grazia della sua voce, Enrico ricostruisce davanti ai miei occhi da Pescatore, le emozioni dell’esistenza sorrentina da un profumo di limone, da un sapore di mare, da un effetto di luce del sole o dal rumore delle onde e del vento. I pensieri in libertà di Caruso ci accompagnano ancora oggi al centro di un mondo artistico partenopeo e lungo il mio personale viaggio della vita, fatto di storie e incontri, di felicità e stupore, di malinconia e serenità. È cosi che una pianta selvatica di rose blu, immerse sulle rive del porto della cittadina, mi trasporta da una minuscola barca di marinaio al tramonto luccicante della Campania e un contenitore pieno di sogni, simile alla sua valigia portata negli Stati Uniti nel lontano 1903, diventa l’occasione per esplorare il dolore di una perdita in una piccola stanza d’albergo dove il tenore si è spento con l’ultimo grido di vita de Te voglio bene assaje.