TENJA
Un uomo, Nordine, figlio di un minatore, una donna, Nora e una bara. Non ci sono altri importanti protagonisti nella storia portata sullo schermo dal regista Hassan Legzouli alla sua opera prima. La morte è il punto di partenza di un viaggio inaspettato: quello che dovrà riportare la salma del padre di Nordine dal Nord della Francia al Marocco, sua patria natale. Si tratta di un’avventura, quella del protagonista, che potrebbe sotto certi aspetti ricordare quella dei numerosi viaggi metaforici dell’esistenza raccontati dalle letterature di tutto il mondo nei quali ritroviamo schemi logici e personaggi che si riconoscono nei sentieri dell’interiorità. Il viaggio e la morte, due alternative di una stessa esistenza, due soluzioni che apparentemente potrebbero sembrare diverse ma che riescono a ricongiungersi proprio nel momento del trapasso. Ma non si tratta di un film prettamente tragico, non stiamo parlando di una storia angosciante e, come spesso accade quando si gioca con la morte, il grottesco e l’ironia diventano gli ingredienti principali e necessari alla sopravvivenza del gesto artistico. Non è certo una lezione di stile cinematografica quella del regista, ma rimangono comunque affascinanti le panoramiche sulle aride pianure algerine che tentano di rispecchiare il senso della morte nell’improvvisa desolazione e nell’abbandono. Il viaggio, dunque, come percorso di liberazione, come catarsi, purificazione, come conquista di una libertà che è poi comune a tutti i personaggi della storia. Nordine per primo cerca di liberare se stesso dalle promesse concesse al padre, quelle di essere seppellito nella città natale e la donna che incontrerà, Nora, che lo accompagnerà in parte del viaggio, sembra soffrire di una certa malinconia, sembra anche lei pronta a liberarsi del suo passato. E c’è anche una speranza quella del folle, il ragazzo che realizza il suo sogno grazie all’aiuto economico di Nordine: andare in Australia.
[aprile 2005]
Regia: Hassan Legzouli Sceneggiatura: Hassan Legzouli ed Emmanuelle Sardou Fotografia: Diégo Martinez Vignatti Montaggio: Nathalie Hubert Sonoro: Olivier de Nesle, Stéphane Thiébaut Musica: Najib Cherradi, A. Ahouzar Costumi: Sophie Dussaud Scenografia: Éric Barboza, Bruno Lefebvre Interpreti: Roschdy Zem, Aure Atika, Abdou El Mesnaoui, Mohammed El Majd Formato: 35 mm, colore Durata: 80’ Versione originale: arabo, francese e amazigh, con sottotitoli italiani Produzione: Hélène Cases e Pascal Caucheteux per Why Not Production (Francia), in coproduzione con Videorama (Marocco) e Soread 2M (Marocco) Francia/Marocco (2004)