Terri

Terri è un ragazzino americano che va al liceo, ma è troppo grasso e troppo solitario per essere accettato dai suoi compagni di scuola, soprattutto dall’universale categoria dei “bulletti” che sembrano vivere solo per vessare gli emarginati, ribadendo così la propria appartenenza al branco dei più forti. E’ storia vecchia quanto il mondo, nonché una delle più amate dal cinema (soprattutto quello made in Usa) che spesso e volentieri ne fa parabole di riscossa, variazioni infinite sul tema del grande sogno americano che infine sorride ai volenterosi e stringe tutti nel suo caldo abbraccio livellatore di ogni differenza.
Ma con Terri di Azazel Jacobs, per fortuna, il discorso è un po’ diverso. Il protagonista verrà si scosso dal suo torpore e dalla solitudine in cui si crogiola – dei genitori non si sa nulla e vive con uno zio malato che prende psicofarmaci a volontà ed entra ed esce da stati di incoscienza – ma il suo “ingresso nel mondo” non avverrà secondo i luoghi comuni più triti del “credere in se stessi”. Il preside del liceo, il sempre bravo John C. Reilly, si prende a cuore la sua condizione e quella degli altri outsider della scuola, e li incontra per delle chiacchierate terapeutiche.
Così piano piano Terri imparerà a socializzare e ad essere empatico con gli altri. In fin dei conti gli ingredienti ci sono tutti: l’imparare ad accettare se stessi, la scoperta dell’amicizia, l’aiuto che giunge da un simpatico filantropo, il primo approccio all’amore (la bella compagna di scuola Heather che finisce nella cerchia dei reietti dopo che viene scoperta in atteggiamenti scandalosi col fidanzato).
Ciononostante il film conserva la sua vocazione ad essere un interessante spaccato di un’America che non è quella delle metropoli dei kolossal e dell’immaginario collettivo, ma quella terra anonima della provincia statunitense in cui non si consumano le truci vicende di Non aprite quella porta ma storie semplici, all’apparenza quasi insignificanti, raccontate in questo caso cercando onorevolmente di evitare i buonismi e le facili conciliazioni.
Terri non è un capolavoro, un film memorabile, ma ha da offrire un godibile punto di vista sulla parabola della crescita, lieve e senza troppe pretese.
(Terri) Regia: Azazel Jacobs ; sceneggiatura: Patrick deWitt; fotografia: Tobias Datum; montaggio: Darrin Navarro; musica: Mandy Hoffman; interpreti: Jacob Wysocki (Terri), John C. Reilly (Mr. Fitzgerald), Bridger Zadina (Chad), Creed Bratton (lo zio James); produzione: Verisimilitude, Silverwood Films, KnowMore Productions; origine: Stati Uniti; durata: 105’.
