Tetsuo The Bullet Man - Venezia 66 - Concorso

A vent’anni di distanza dal primo Tetsuo, Shinya Tsukamoto presenta il terzo capitolo della sua saga. In concorso a Venezia 66, Tetsuo The Bullet Man si allontana leggermente dai primi due film. Se essi infatti si ponevano come metafora horror-fantascientifica dell’animo degli abitanti delle metropoli, rappresentando una denuncia nei confronti della spersonalizzazione umana causata dall’industrializzazione, quest’ultima fatica del regista giapponese rielabora invece un altro topos della sua filmografia: l’attacco all’industria bellica ed alla guerra.
I tratti stilistici distintivi del film sono quelli soliti di Tsukamoto: fotografia in opaco chiaroscuro, una macchina a mano mai ferma che si muove in modo sporco tra i personaggi, montaggio frenetico, inserti da video arte, frequenti scene buie. Che piaccia o no il cinema del regista di Bullet Ballet, non si può negarne l’unicità, la straordinarietà, la costante coerenza sia estetica che contenutistica. Tsukamoto è un Autore, è creatività che non trova sosta e che non si pone limiti, è inventiva sia narrativa che tecnica. Tetsuo The Bullet Man, così come ogni sua opera, è strutturata su diversi livelli: il primo è quello narrativo, che punta sull’action, sulla frenesia, sul ritmo, sul divertimento; il secondo è quello estetico che gioca in piena libertà con le tecniche cinematografiche; il terzo è quello concettuale, ottenuto tramite l’intersezione dei due piani precedenti. Per questo motivo l’arte del regista giapponese non è mai semplice da analizzare. Ogni suo film meriterebbe uno studio approfondito nel dettaglio, un’analisi di ogni singola inquadratura, di ogni fotogramma, della loro durata, della loro giustapposizione. Il cinema di Tsukamoto è arte da vedere e da rivedere (anche a velocità rallentata) per essere compresa fino in fondo.
Non abbiamo dubbi nell’affermare che il terzo capitolo della saga di Tetsuo non sia il meglio della sua filmografia, ma anche in questo caso risulta evidente che non si tratta di un film realizzato per semplice divertimento personale né di una pellicola prodotta solo per soddisfare i (tantissimi) fan dell’ ”uomo metallico”. Il difetto principale che si avverte durante la visione di Tetsuo The Bullet Man è una sceneggiatura fragile ed a tratti banale, sbrigativa in alcuni momenti, troppo esplicita e convenzionale. A ciò bisogna anche aggiungere un’esagerata estremizzazione stilistica da parte del regista. I frequenti inserti ‘psichedelici’ da videoarte pura, nonostante siano necessari all’espressione del vero significato del film, alla lunga stancano, infastidiscono e pesano sugli occhi. Fortunatamente però queste pecche passano in secondo piano. Ciò che infatti arriva in modo diretto allo spettatore è ciò che sta dietro quest’opera, e cioè la necessità di esprimere uno stato d’animo, un’idea, un concetto; dietro The Bullet Man c’è l’insoddisfazione del nostro tempo, c’è la paura figlia della storia e della contemporaneità, c’è la consapevolezza di un mondo trascinato da interessi economici e politici. E’ il terrore del ventunesimo secolo il vero protagonista del film, è l’innocenza delle persone il vero personaggio principale.
L’opera verrà sicuramente apprezzata dai fan di Tsukamoto. Non si tratta solo e soltanto di un horror fantascientifico ritmato e divertente; è anche e soprattutto un discorso visivo sulla possibilità di una vita diversa che faccia tesoro delle tragedie e degli errori del passato; è un’argomentazione sulla libertà di scelta, sul bisogno di una consapevolezza comune. E’ l’ennesimo tassello di una filmografia unica, è l’ennesima tappa artistica di un regista che, piaccia o no, dobbiamo considerare necessariamente un Autore.
(Tetsuo the Bullet Man) Regia: Shinya Tsukamoto; sceneggiatura: Shinya Tsukamoto; fotografia: Shinya Tsukamoto, Takayuki, Shida; montaggio: Shinya Tsukamoto, Yuji Anbe; musica: Chu Ishikawa; interpreti: Eric Bossik, Akiko Monou, Shinya Tsukamoto; produzione: Kaijyu Theater, Asmik Ace Entertainment; distribuzione: Coproduction Office; origine: Giappone; durata: 80’.
