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TFF ’05 - Americana - Masters of Horror - Deer Woman

Pubblicato il 16 novembre 2005 da Salvatore Salviano Miceli


TFF '05 - Americana - Masters of Horror - Deer Woman

È avvertibile immediatamente il divertimento con cui John Landis ha preso parte al progetto di Masters of Horror. Il suo “Deer Woman” (t.l. La Donna Cervo), scritto a quattro mani con il figlio, è un piccolo gioiello di creatività ed ironia. Gioca con il genere horror Landis, dirigendo una pellicola figlia diretta del suo “Un Lupo mannaro americano a Londra” del 1981, di cui è presente una citazione tutt’altro che nascosta. La storia di una donna-cervo che sfrutta le armi della seduzione per mietere vittime ci viene raccontata in un continuo alternarsi di humor nero e poliziesco. Bravissimo Brian Benben nei panni del detective Faraday, che incarna il ruolo di un poliziotto che, insieme alla carriera, ha smarrito la chiave di volta della sua vita privata. Alla sua interpretazione è infatti affidato il compito di gestire sapientemente i tempi della pellicola; tempi mai banali, ma che al contrario scandiscono il fluire naturale del racconto. Procedendo di omicidio in omicidio Landis conduce il suo detective verso un epilogo che mostra, privo di pudore, ma tronfio di un ironico orgoglio, tutto il suo aspetto surreale. Libero di dare sfogo alla sua inventiva ed al suo linguaggio, Landis non lesina impegno ed entusiasmo. Il film gioca sul rendere possibile ciò che fisicamente non lo è. Tra simboli maori e leggende indiane, la storia prende piede illustrandoci un mondo in cui i riferimenti fisici rimangono nascosti dietro la manifestazione dell’imponderabile. Qualche perplessità sul finale sembra più che lecita, dal momento che troppo netto sembra il taglio operato per riuscire a rientrare nei sessanta minuti che il progetto Masters of Horror ha affidato ad ogni singolo regista. Questo però non inficia completamente il valore della pellicola che resta assolutamente godibile e permette a Landis di confermarsi regista di classe, in grado di gestire con maestria le insidie che si nascondono dietro il genere horror. Senza scivolare mai su quel binario che conduce spesso l’impossibile o l’irreale verso una fastidiosa ripetitività, il regista regala una fruizione leggera ma mai scontata, elargendo sorrisi, figli della qualità del prodotto creato. Davvero un buon film.

Regia: John Landis; Sceneggiatura: Max Landis, John Landis; Fotografia: Jon Joffin; Scenografia: David Fisher; Costumi: Lyn Kelly; Montaggio: Mark Levine; Musica: Peter Bernstein; Suono: Kris Fenske; Interpreti: Brian Benben, Anthony Griffith, Cinthia Moura, Sonya Bennet, Julian Cristopher, Don Thompson, Alex Zagara; Produttore: Tom Rowe, Lisa Richardson; Produzione: IDT Entertainment, Industry Entertainment, Nice Guy Production; Distribuzione: Sharada Distribuzione s.r.l.


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