TFF 2010 - Outcast - Rapporto Confidenziale

Dopo i vampiri e gli zombi, al Festival di Torino non potevano certo mancare i licantropi, anch’essi esplorati in chiave abbastanza inedita da Outcast, dell’irlandese Colm McCarthy.
In questo film i lupi mannari sono una comunità regolata da norme ben precise, che vive in uno pseudo campo nomadi in Irlanda. La contravvenzione delle regole porta ad una punizione, ed infatti il film verte sulla caccia ad un ibrido nato dall’unione proibita di una licantropa con un essere umano.
Il cacciatore è il padre stesso del ragazzo, a cui vengono promessi i poteri della stirpe dei lupi mannari se riuscirà ad uccidere suo figlio Fergal. Il giovane si nasconde in Scozia insieme alla madre che lo protegge, ma la loro sopravvivenza è messa a dura prova dal classico amore proibito che sboccia tra Fergal e un’umana, Petronella, disposta a qualunque cosa pur di concupire l’oggetto del suo desiderio, e neanche un po’ spaventata dal fatto che la casa del suo amato è ricoperta di rune misteriose fatte col sangue della madre molto “protettiva”.
Outcast tralascia quasi del tutto l’aspetto splatter del genere che affronta – ad eccezione di qualche sporadica scena in cui l’ibrido mannaro fa fuori un po’ di vittime indifese – e affida tutta la carica inquietante all’atmosfera del film, cercando di dar vita ad un horror che sia più psicologico che trucido. Il problema però è che in un’operazione del genere servono dei personaggi solidi, le cui motivazioni siano supportate almeno da un accenno di risvolto psicologico. I protagonisti di Outcast sono invece un po’ macchiettistici, e i loro interminabili rituali magici risultano abbastanza ridicoli e noiosi dal momento in cui l’atmosfera fallisce nel coinvolgere lo spettatore all’interno di un mondo finzionale che resta troppo superficiale.
L’unico aspetto veramente interessante è la decisione di ambientare il film in uno squallido quartiere popolare di una cittadina scozzese, in cui appunto madre e figlio si nascondono, e che in parte assimila la condizione dell’emarginato (outcast) dalla sua stirpe con quella di coloro che vivono – dimenticati da tutti - ai margini della società. Ma il personaggio di Petronella, il frutto più perfetto di questo mondo degradato, svilisce anche questa trovata con la sua ossessione amorosa e lussuriosa, la cui insensatezza ricopre ogni cosa di una patina ridicola.
Molto meglio le vecchie e collaudate budella.
(Outcast); Regia: Colm McCarthy; sceneggiatura: Colm McCarthy, Tom K. McCarthy; fotografia: Darran Tiernan; montaggio: Helen Chapman ; musica: Giles Packham ; scenografia: Tom Sayer ; interpreti: James Nesbitt (Cathal), Kate Dickie (Mary), Biall Bruton (Fergal), Hanna Stanbridge (Petronella); produzione: Fantastic Films; origine: Irlanda - Gran Bretagna ; durata: 93’.
