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The Illusionist

Pubblicato il 5 aprile 2007 da Luca Lardieri


The Illusionist

Questo è senza alcun dubbio l’anno della riscoperta della magia e degli illusionisti/prestigiatori da parte del cinema. Un connubio quello tra settima arte ed illusionismo che è sempre stato evidente fin dai tempi di Georges Méliès (illusionista prima di dedicarsi alla regia) e che oggi sta ritornando in voga nelle sale di tutto il mondo. Pellicole come Scoop, The Prestige e The Illusionist sfruttano il fascio di luce irradiato dai proiettori per presentarci un mondo bidimensionale, illusione di quello reale, capace non soltanto di raccontarci una storia nella quale abbandonarci totalmente, rinunciando a logica e raziocinio, proprio come si faceva un tempo assistendo a spettacoli di maghi in teatri itineranti o come succede ancora oggi davanti ad un prodigio di David Copperfield, ma hanno anche la capacità di offrire una profonda riflessione sul cinema stesso ponendo il regista/sceneggiatore nel ruolo di illusionista e il film nell’illusione a noi presentata. In The Prestige la voce narrante ci dice sin dall’inizio che il prestigiatore è colui che distoglie l’attenzione del suo pubblico da ciò che è evidente e lo fa sembrare come un qualcosa di magico ed irreale, imponendo un punto di vista che rende certo ed inappuntabile ciò che in realtà non lo è. Sullo stesso ragionamento si basa The Illusionist, che pur non dicendolo a chiare lettere, si pone in maniera da creare diverse analogie col film di Nolan, il quale tra l’altro è successivo all’opera di Neil Burger, a partire dal punto di vista che viene offerto allo spettatore in modo tale da riuscire nell’intento di creare l’illusione. Se infatti in The Prestige assistevamo al susseguirsi degli eventi attraverso gli occhi di Robert Angier (Hugh Jackman) entrando in sintonia con i suoi trucchi e diventando smaniosi di capire quelli del rivale, Alfred Borden (Christian Bale), in The Illusionist scopriamo tutto attraverso il vigile sguardo dell’ispettore Uhl (Paul Giamatti). Il risultato è lo stesso, colpo di scena finale (ben realizzato ma abbastanza telefonato) e film assolutamente godibile.
The Illusionist è tratto dal breve racconto del premio pulitzer Steven Millhauser, Eisenheim the Illusionist, dal quale Neil Burger, sceneggiatore ancor prima che regista, ha tratto un film avvincente e ben realizzato, dove la bellissima fotografia di Dick Pope (giustamente nominata agli oscar di quest’anno) dona un’aura magica alla Vienna di inizio XIX secolo, aiutando il regista a creare un opera che, soprattutto nella parte iniziale, ha il sapore dei primi film muti, dove però molto spesso i silenzi vengono interrotti da una non sempre opportuna voice over. Le straordinarie musiche di Philip Glass aiutano la potenza di alcune immagini, sottolineandole in maniera quasi impercettibile ma efficace e soave. Inoltre bisogna dire che il cast ha offerto alcune prove attoriali assolutamente rimarchevoli, specialmente il duo Paul Giamatti/Rufus Sewell, talmente in parte da mettere in ombra la bellissima e promettente Jessica Biel e soprattutto il sempre bravo Edward Norton, che però questa volta è sembrato un po’ troppo scolastico, cosa da segnalare soprattutto quando si tratta di un fuoriclasse come lui. Infine va sicuramente vista positivamente la prova registica di Neil Burger, il quale in particolar modo nelle sequenze iniziali e nelle fantastiche scene di illusionismo di Eisenheim, ha dimostrato di avere una profonda conoscenza del mezzo cinema e di possedere un taglio personale molto preciso e maturo, nonostante questa fosse soltanto la sua seconda regia (nel 2002 ha realizzato il mocumentary Interview with the Assassin).


CAST & CREDITS

(The Illusionist); Regia e sceneggiatura: Neil Burger; fotografia: Dick Pope; montaggio: Naomy Geraghty; musica: Philip Glass; interpreti: Edward Norton (Eisenheim), Paul Giamatti (Ispettore Uhl), Jessica Biel (Sophie), Rufus Sewell (principe Leopold), Aaron Johnson (giovane Eisenheim); produzione: Bull’s Eye Entertainment, Bob Yari Productions, Contagious Entertainment, Michael London Productions, Stillking Films; distribuzione: Eagle Pictures; origine: U.S.A. 2006.


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