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The New Year Parade – Torino Film Festival 2008 – Concorso

Pubblicato il 28 novembre 2008 da Luca Lardieri


The New Year Parade – Torino Film Festival 2008 – Concorso

“Nel cinema il divorzio è spesso una storia che appare sullo sfondo; un accenno veloce per lo sviluppo dei personaggi. Del tipo: “Quel bambino, quello con i vestiti logori, quel tranquillo disadattato, ha un solo genitore, scrivilo negli spazi bianchi”. In The New Year Parade ero interessato a questi spazi bianchi.
Per analizzare appieno l’opera di Tom Quinn, The New Year Parade, bisogna partire proprio da questa sua affermazione e ricondurla verso ogni inquadratura del proprio film. Tagli molto veloci, quasi psichedelici di volti che si susseguono sullo schermo, mostrati nel loro vivere quotidiano; nella loro più totale normalità. Facce disperse tra la folla che potrebbero appartenere ad ognuno di noi e che al contempo, nel momento in cui vi si affianca una macchina da presa, trasformano il tedio dell’ordinario in qualcosa di straordinario. Il tema del divorzio e delle conseguenze che esso porta e comporta viene studiato negli occhi dei suoi protagonisti, mostrandone tutti i punti di vista (sia adulti che fanciulleschi) e lasciando che la m.d.p. non faccia altro che riprendere ed imprimere tutto sul proprio supporto. Il prima, il dopo ed il durante mostrati in maniera quasi documentaristica (in tal senso risulta particolarmente efficace la ripresa dei documenti legali del divorzio e di tutti i suoi cavilli tecnici) e le varie reazioni ad un così grande cambiamento impresse da varie angolazioni e con vari significati. L’angoscia e la difficoltà dell’intraprendere un passo che in qualche modo cancella, quasi in un sol colpo, tutto il passato e tutto ciò che si era faticosamente costruito fino a quel punto. Sullo sfondo di tutto ciò, una gara tra bande musicali (tra le quali gioca un ruolo fondamentale la South Philadelphia String Band) che diventa quasi il motore portante di tutta la pellicola ed il catalizzatore di sogni e frustrazioni di tutti i suoi protagonisti (in particola modo di quelli di Mike e suo figlio Jack). Il film non vuole schierarsi, non vuole capire né giustificare comportamenti e reazioni, solo documentare il più possibile e fare in modo che chi osserva, possa ritrovarsi almeno in un punto di vista analizzato e magari condividerlo.
Nonostante le buone intenzioni del regista e le interessanti trovate tecniche adottate nella messa in scena, il film risulta piuttosto confuso, frammentario e, in più di un’occasione, noioso. L’inizio scoppiettante, in cui si mostrano alcuni aspetti dell’organizzazione della parata di fine anno e l’energia indirizzata nei suoi confronti da Mike e Jack, finisce per perdersi nel momento in cui si comincia a seguire in maniera sempre più costante la vicenda psicologiche e sentimentali di Julie (figlia sedicenne di Mike). I continui cambi di soggetto ed un montaggio eccessivamente approssimativo (soprattutto nella costruzione dei salti temporali) finiscono per saturare di informazioni confuse lo spettatore e rendono il tutto difficile da seguire. Buona, anche se non originalissima l’idea di mostrare più punti di vista, ma bisognava porre un po’ più di attenzione sul chi si cercava di raccontare piuttosto che sul cosa. A ben vedere gli spazi bianchi di cui parla Tom Quinn non ancora stati scritti in maniera completa ed adeguata, lasciando così l’arduo compito ad un film futuro o ad un altro autore.


CAST & CREDITS

(The new year parade); Regia, sceneggiatura, fotografia e montaggio: Tom Quinn; interpreti: Andrew Conway (Mike), Irene Longshore (Julie), Greg Lyons (Jack), Maryann MacDonald (Lisa); produzione: Steve Beal e Tom Quinn; origine: USA, 2008; durata: 85’


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