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The Reader

Pubblicato il 20 febbraio 2009 da Salvatore Salviano Miceli


The Reader

Il prodotto è servito. Ben confezionato e pronto per irrompere con il suo carico di emozioni, fattore sempre gradito all’Academy, alla ormai imminente cerimonia degli Oscar. Stephen Daldry traspone sullo schermo Der Vorleser (t.i. A Voce Alta) di Bernhard Schlink, romanzo del 1995 tradotto in più di quaranta lingue. The Reader è un film coinvolgente, abile nel commuovere, girato con sapienza, in grado di sfruttare al meglio i suoi interpreti e montato con furbizia, alternando le diverse fasi temporali di un racconto che inizia nel 1950 sino a giungere ai nostri giorni. Ineccepibile l’aspetto formale e la regia di Daldry, del tutto immersa nei numerosi vortici emotivi che la storia porta con sé. Eppure c’è un qualcosa che lascia parzialmente insoddisfatti, specie ritornando a freddo sulle immagini, la sgradevole sensazione che ogni incedere della mdp, ogni suo movimento, sia al servizio di un pathos da innalzare ad ogni costo. Così il volto maturo di Ralph Fiennes non abbandona mai un senso di malessere e di profonda amarezza ed il suo lento camminare e frugare tra libri e ricordi si trascina dietro il peso di una storia, d’amore prima di ogni altra cosa, mai del tutto dimenticata e risolta.
Non disturba, ma certo non può dirsi originale il gioco alternato compiuto dal montaggio, il presente che lascia il posto al passato solo per ripresentarsi poco più avanti, così da insistere su quello che è stato per sottolinearne le ripercussioni provocate. La relazione tra il giovane Michael (David Kross) e Hanna Schmitz, negli attimi del suo consumarsi, regala le sequenze migliori. Kate Winslet è splendida nell’interpretare una donna matura che non riesce a resistere davanti la bellezza adolescenziale, le angosce nascoste dietro questo legame, la sete di parole soddisfatta dalle letture (da Omero a Cechov) che il suo giovane amante le regala ancora ignaro del suo analfabetismo. Si è detto tanto della prova di questa attrice ormai divenuta grande, scomodando la solita ondata perbenista pronta a gridare allo scandalo davanti un nudo femminile. Ma di scandaloso non c’è proprio nulla e a noi preme solamente sottolinearne bravura e versatilità.
Le fasi processuali in cui Michael, studente di legge, scopre il segreto della Schmitz (membro delle SS durante il periodo nazista) pone il ragazzo davanti una donna diversa, colpevole anche se quasi inconsapevole del delitto di cui si è macchiata, disposta a pagare più di tutte le altre imputate e ad assumersi una colpa maggiore di quella reale pur di non rivelare la vergogna della sua incapacità di leggere e scrivere. Daldry non tralascia alcun particolare, riflette nelle immagini sia il disorientamento del giovane protagonista, che avrebbe la possibilità di salvare almeno in parte la Schmitz ma resta immobile nell’incapacità di discernere tra giusto e sbagliato, sia la donna che resta interdetta, quasi stupita, davanti a responsabilità che fatica ad accettare e da cui tenta di scappare con una difesa che al contrario non fa che accentuarle.
Quello che viene dopo è il racconto di un amore in qualche modo mai interrotto, che viaggia e si alimenta tra le parole dei grandi autori che Michael, ormai maturo, affida ai nastri per cercare in qualche modo di alleviare la pena della Schmitz e al contempo di placare il suo senso di colpa per avere taciuto quando avrebbe potuto lottare per cambiare l’esito del processo. È una seconda parte che si consegna del tutto al sentimento sino al drammatico epilogo.
The Reader si appropria del calore contenuto tra le pagine del libro e ne riesce bene a suggerire forza e suggestioni. Per quanto intenso sia il dialogo tra il Michael studente ed il suo professore di Legge (un Bruno Ganz sempre in grado di affermarsi anche in ruoli secondari), però, il film tralascia in parte quelle riflessioni sulla “colpa” legate alla tragedia dell’olocausto ben presenti nel testo di Schlink. Se durante la prima ora si riconosce quella freschezza che si ritrova nel Daldry del debutto (Billy Elliot), con il proseguire dei minuti ci si ritrova in qualche modo schiacciati dal peso del racconto. Pellicola da vedere e che sicuramente avrà un buon successo (come già ricordato il film si avvicina molto ai gusti prediletti dall’Academy). Ci aspettavamo, è giusto dirlo, qualcosa di più.


CAST & CREDITS

(The Reader); Regia: Stephen Daldry; sceneggiatura: David Hare, basata sul romanzo Der Vorleser di Bernhard Schlink; fotografia: Roger Deakins, Chris Menges; montaggio: Claire Simpson; musica: Nico Muhly; scenografia: Christian M. Goldbeck, Erwin Prib; costumi: Donna Maloney, Ann Roth; interpreti: Ralph Fiennes (Michael Berg), Kate Winslet (Hanna Schmitz), David Kross (giovane Michael), Bruno Ganz (Prof. Rohl); produzione: Mirage Enterprises, Neunte Babelsberg Film, The Weinstein Company; distribuzione: 01 Distribution; origine: USA, Germania; durata: ‘124;


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