The Rum Diary
Hunter S. Thompson è il papà del “gonzo journalism”, celebre per i suoi racconti colmi di incisi “su di giri” e che nel caso specifico di The Rum Diary hanno le cause scatenanti dall’intuibile massiccia presenza di rum. Questa volta dietro la macchina da presa non c’è Terry Gilliam (Paura e delirio a Las Vegas), ma il regista Bruce Robinson che si è occupato anche dell’adattamento del romanzo, dopo che Depp ne ha comprato i diritti e gli ha affidato il lavoro. In gioventù Robinson ha recitato in Romeo e Giulietta di Zeffirelli, è divenuto famoso per aver scritto Urla del silenzio, guadagnandosi un premio BAFTA e la candidatura all’Oscar. Dopo aver ottenuto successo con la regia di Shakespeare a colazione ha esordito nel 1992 a Hollywood con il thriller Gli occhi del delitto, ma lì si è fermato a causa della sua insofferenza nei confronti del sistema, per tornare a dedicarsi alla scrittura. Ambientato alla fine degli anni ’50, inizi ’60, il film racconta la sconvolgente storia di un giornalista autodistruttivo di nome Paul Kemp (Depp) che, stanco della vita frenetica newyorkese e dell’America di Eisenhower, si trasferisce a Puerto Rico per iniziare una collaborazione con il quotidiano locale San Juan Star, diretto da Lotterman (Richard Jenkins). Ci troviamo di fronte ad un nuovo caso di personaggi alle prese con qualche tipo di dipendenze e allora non c’è attore migliore di Depp per vestirne i panni. In realtà la sceneggiatura e la regia lasciano spazio solo in un’occasione a visioni oniriche e comicità da strafatti, ma Johnny ha il dono di sembrare sempre con la testa da un’altra parte, anche quando è o “dovrebbe” essere sobrio. Il prodotto finale risulta, però, poco incisivo, dopo un inizio interessante il tessuto narrativo si mostra un po’ labile, le varie sottotrame non reggono la storia del protagonista. I tanti personaggi satelliti alla lunga non dicono molto, se non confermare la bellezza di Amber Heard. Aaron Eckhart, Richard Jenkins e Giovanni Ribisi appaiono e scompaiono dalla scena, ma non aggiungono nulla alla trama e all’intensità della storia. Potrebbe sembrare che siano capitati lì, solo per salutare lo scrittore (morto in strane circostanze nel 2005) e rendere omaggio al suo genio letterario. Il fatto che dietro la macchina da presa non ci sia il visionario Terry Gilliam, ma il più “canonico” Bruce Robinson, fa la differenza. Chi si aspetta una sorta di “sequel spirituale” di Paura e delirio a Las Vegas, rimarrà deluso e due sono le spiegazioni: l’atmosfera dell’opera letteraria originaria non è della stessa stoffa e il regista non va oltre, si preoccupa del grande pubblico e rende la potenziale carica visionaria con un excursus narrativo semplice. Robinson sembra più preoccupato di concentrarsi sulla storia, lasciando da parte velleità che esulino da una canonica narrazione. Certo non mancano scene divertenti, il personaggio di Moberg (Ribisi) è totalmente sopra le righe, tanto da poterlo considerare già un cult. Il problema di The Rum Diary non è delle interpretazioni, ma in una costruzione che rende l’evoluzione degli eventi, quasi come fosse un fatto già scontato. La fotografia è abile nel riprendere paesaggi sconfinati e la colonna sonora viaggia tra il classico italico “Nel blu dipinto di blu” e brani di Patti Smith. Il prodotto finale è comunque onesto nelle sue intenzioni, garantisce due ore di puro divertimento, ma senza eccessi visionari o scene che passeranno alla storia. La realizzazione tecnica di tutto rispetto rende questa trasposizione (fortemente voluta dallo stesso Depp) un omaggio allo scrittore, ma “lasciate ogni speranza, voi che vedete” per un nuovo cult.
(The Rum Diary) Regia: Bruce Robinson; sceneggiatura:Hunter S. Thompson, Bruce Robinson ; fotografia: Dariusz Wolski; montaggio: Carol Littleton; musica: Christopher Young; interpreti: Johnny Depp (Kemp), Aaron Eckhart (Sanderson), Michael Rispoli (Sala), Amber Heard (Chenault), Richard Jenkins (Lotterman), Giovanni Ribisi (Moberg); produzione: GK Films, Infinitum Nihil, FilmEngine, Dark & Stormy Entertainment; distribuzione: 01; origine: Stati Uniti, 2011; durata:120’.