The Search

Quattro anni dopo The Artist, Michel Hazanavicius torna nelle sale internazionali con The Search, nuovo e ambizioso progetto, la cui realizzazione si deve soprattutto al successo ottenuto dalla precedente pellicola del regista francese, riccamente premiata durante la notte degli Oscar. Tuttavia, il filo rosso che lega le due opere è strettamente limitato a questa singola connessione, dal momento che The Search si presenta come un’operazione cinematografica di tutt’altro stampo rispetto al suo prestigioso predecessore.
Ispirato da Odissea Tragica, film di Fred Zinnemann del 1948, Hazanavicius si addentra infatti nel terreno accidentato degli war movies, decidendo di dare voce ad entrambi gli schieramenti protagonisti del conflitto. La guerra in questione ha luogo in Cecenia nel 1999, anno in cui i russi, con la scusa di dover stanare gruppi armati di terroristi, si avventano senza pietà sulla popolazione locale, compiendo stragi e saccheggi ai danni di poveri innocenti. Tra questi vi sono Hadji, un bambino ceceno di nove anni, e sua sorella maggiore Raïssa, i quali, dopo la morte dei loro genitori, si ritrovano loro malgrado a doversi separare. Hadji si unisce così ad un gruppo di rifugiati, fino al fatidico incontro con Carole, giovane donna francese e capo delegazione dell’Unione Europea. Nel frattempo Raïssa, sfuggita alle grinfie dei soldati nemici, parte immediatamente alla disperata ricerca del fratello. Sull’altro fronte troviamo invece Kolia, tranquillo diciannovenne russo costretto ad arruolarsi nell’esercito, per il quale la guerra avrà delle forti ripercussioni psicologiche.
Con questo ambizioso lavoro Hazanavicius, come si evince dalle sue recenti interviste, si è posto come obiettivo quello di raccontare, attraverso storie puramente cinematografiche che evitano volutamente il documentarismo, la dura realtà di un conflitto con cui il cinema non aveva ancora fatto i conti. Sebbene il suo impegno sia comunque degno di lode, The Search si rivela però essere un film riuscito a metà, che quasi mai riesce ad andare fino in fondo nel narrare l’orrore vissuto da queste disagiate popolazioni dell’est europeo. Nonostante sembri partire con il piede giusto, infatti, la crudezza ed il realismo della guerra lasciano presto spazio ad un melodramma dai risvolti prevedibili ( in un modo, peraltro, molto simile al The Lady di Luc Besson ), spegnendo da subito le aspettative di chi sperava in un possente e rivoluzionario pamphlet di denuncia. A salvarsi e a distinguersi dal tono generale dell’opera è soltanto la parte dedicata al giovane soldato russo, in cui appare evidente l’influenza di un capolavoro come Full Metal Jacket, da cui il regista francese ha preso ispirazione per narrare la genesi di un assassino. Il percorso compiuto da Kolia è infatti interessante e ben strutturato, ed è soprattutto il solo che sembra beneficiare dell’eccessiva durata della pellicola, rivelatasi più che mai deleteria per la vicenda principale.
Un altro punto a favore di The Search è sicuramente rappresentato dal buon livello tecnico della fotografia, la quale riproduce, in maniera quasi impeccabile, il grigiore caratteristico della Cecenia deturpata, al quale i telegiornali ci avevano abituato sul finire degli anni novanta. Sfortunatamente però, la qualità dell’immagine ed i buoni propositi di Hazanavicius non salvano la pellicola dalla scontatezza e dai sentimentalismi di cui essa è prigioniera, sprecando così l’occasione di raccontare in maniera credibile una delle pagine più dolorose della storia recente.
(The Search); Regia: Michel Hazanavicius; sceneggiatura: Michel Hazanavicius; fotografia: Guillaime Schiffman; montaggio:Anne-Sophie Bion, Michel Hazanavicius; musica:Selim Azzazi; interpreti:Bérénce Bejo, Annette Bening, Maxim Emelianov, Abdul-Khalim Mamatsuiev, Zukhra Duishvili, Lela Bagakashvili, Yuriy Tsurilo; produzione: Thomas Langmann, Michel Hazanavicius; distribuzione: 01 Distribution; origine: Francia, 2014; durata:149
